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04 novembre 2015

Columbia lancia una vasta campagna di comunicazione



Molto più che una campagna, è una vera e propria piattaforma di comunicazione quella lanciata da Columbia. Il marchio statunitense di outdoor articola ora l'immagine e il marketing attorno allo slogan “Tested Tough” (“Testato con durezza”, ndr.), e vi aggiunge un Portland Oregon USA, proponendosi come label esperta degli spazi aperti.

Il team di marketing di Columbia ha puntato sul concept di comunicazione - Columbia

Il marchio statunitense gioca infatti con la vicinanza ai suoi terreni preferiti, indicando che: “Testiamo nel posto più freddo e terribile che troviamo. Il nostro giardino”, e ancora, affiancandovi una foto della sua giacca “Turbodown”: “Testato con rudezza nel Nord Ovest. Perché il ghiacciaio è a portata di mano”.

Uno dei tre spot di Columbia

Per lanciare questa campagna, il marchio è presente online e anche in spot televisivi e campagne di manifesti 4X3 metri, pensiline dell'autobus e stazioni della metropolitana di tutto il mondo. La prima copertura pubblicitaria, Columbia l'ha riservata alla rivista specializzata americana “Outside Magazine”.

La campagna gioca la carta della personalizzazione e ha come protagonista Gert Boyle, l'emblematica presidentessa del gruppo, che tutt'oggi guida alla bella età di 91 anni, e anche i dipendenti del marchio fotografati all'interno del suo quartier generale.

Lo spot che spiega l'idea alla base della campagna

Poi Columbia ha pensato anche al viral marketing, aprendo un sito Internet dedicato. In più, ha già pubblicato online una serie di spot con i suoi lavoratori impegnati in attività sportive outdoor… e che quindi testano direttamente i prodotti del brand.

Columbia gioca con l'immagine "dura" della sua presidentessa - Columbia

Inoltre, il marchio americano ha assunto due particolari tester. Dopo un esteso casting, ha selezionato due directors of toughness. La giornalista del settore outdoor Lauren Steele e il fotografo sportivo Zach Doleac, ex del marchio di sci K2, che per sei mesi racconteranno le loro avventure e prove di materiali e attrezzature outdoor.

Per mettere in atto questa strategia, Columbia Sportswear si è avvalsa della competenza di North, un'agenzia di Portland. La campagna di comunicazione sarà implementata in 63 mercati di tutto il mondo.

Victoria's Secret: un reggiseno da 2 milioni di dollari



Victoria's Secret presenta l'attesissimo 2015 Fireworks Fantasy Bra, reggiseno progettato esclusivamente per il brand di intimo dal gioielliere di fama mondiale, Mouawad.


Foto: Apcom

Del valore di 2 milioni di dollari, il 2015 Fireworks Fantasy Bra e la cintura rimovibile annessa sono ornati con oltre 6.500 pietre preziose, tra cui diamanti blu topazio, zaffiri gialli e quarzo rosa, il tutto in oro 18 carati.

L'angelo di Victoria's Secret, Lily Aldridge, indosserà il Fantasy Bra in passerella nella sezione "Fuochi d'artificio" al 2015 Secret Fashion Show che andrà in onda l'8 dicembre sul network televisivo statunitense CBS.

Fontana di Trevi: il 'gioiello' rinasce grazie a Fendi



Torna a splendere la Fontana di Trevi. Dopo un restauro durato 17 mesi, l'acqua è tornata a riempire la vasca e le luci hanno fatto risplendere la fontana monumentale, gioiello del tardo Barocco.


Foto: ANSA

Un ritorno alla normalità per il monumento simbolo della Dolce Vita, dove Federico Fellini girò la scena immortale del 'bagno' di Anita Ekberg e Marcello Mastroianni. Il restauro, partito nel giugno del 2014, è stato finanziato dalla casa di moda Fendi con 2 milioni e 180 mila euro sotto la supervisione tecnico-scientifica della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.

Una delle particolarità del cantiere, che ha chiuso definitivamente i battenti, è che non è mai stato interrotto il tradizionale lancio delle monetine nella fontana, pur essendo vuota: è stato infatti creato uno 'specchio d'acqua' ad hoc collocato al centro della recinzione.

Ma l'originalità è stata rappresentata soprattutto dal ponte panoramico, montato sull'opera progettata da Nicola Salvi, che ha accolto da 100 fino a 240 persone per volta che hanno potuto vedere 'da vicino' la fontana ed ammirare particolari difficilmente visibili, mentre lungo la recinzione del cantiere, in pannelli trasparenti di plexiglas, sono stati montati due schermi che hanno mostrato immagini recenti e storiche legate alla fontana. Un cantiere che, secondo le stime fornite, è stato visitato da circa 3 milioni tra turisti e romani.

Al restauro è stato dedicato anche un sito www.restaurofontanaditrevi.it, creata anche un'app "Fontana di Trevi" per smartphone e dispositivi Android che ha consentito ai visitatori, entro una distanza di 200 metri, di scattare selfie con un tasto e di ricevere via mail un poster con la propria foto. Con l'applicazione smartphone è stato anche possibile per i turisti lanciare nella fontana monete virtuali.

L'ultimo intervento sulla Fontana di Trevi era stato fatto 23 anni fa, l'attuale, oltre a restaurare il gruppo scultoreo, ha comportato la revisione e implementazione dell'impianto idrico, dell'illuminazione artistica, dell'impianto per l'allontanamento dei volatili e della videosorveglianza. Ora, quella che viene considerata una delle fontane più celebri al mondo, può mostrarsi nuovamente in tutta la sua bellezza ed è ufficialmente riconsegnata alla città.
 

L'armadio di Barbie si arricchisce con gli abiti Moschino




Barbie, la bambola più famosa del mondo, torna a incrociare la strada di Moschino. Dopo averle dedicato una capsule collection lo scorso anno, la griffe meneghina disegnata da Jeremy Scott, ha realizzato due bambole da collezione (Moschino Barbie) e una capsule collection di otto pezzi ready-to-wear, entrambi disponibili in esclusiva sul sito moschino.com e NET-A-PORTER.COM a partire dal 9 novembre.

Una delle due bambole Moschino Barbie create da Jeremy Scott

Lo stilista statunitense ha pensato di vestire la sua musa con i capi più iconici del brand, che fa capo al gruppo Aeffe: t-shirt slogan, top e pantaloni in rete, bomber di pelle, gonna a matita, e gli immancabili accessori come il cappellino di pelle logato e la shopping bag.Completano il look un paio di orecchini, collane, occhiali da sole, una biker bag, uno zaino trapuntato e la classica cintura a catena dorata con lettering Moschino. Inoltre, una selezione di questi pezzi (la t-shirt, il top, i pantaloni, la biker bag, gli orecchini e la cintura) sarà disponibile in taglia da adulto, con l'aggiunta di due t-shirt che riproducono l'immagine delle bambole."Ho voluto trasferire a Barbie tutti gli elementi rappresentativi di Moschino - ha detto Scott - Barbie è per me una musa, la ragazza più iconica della California: ha un look per tutto, non c'è compito che lei non riesca a portare a termine e nessun posto dove non possa andare"."Jeremy Scott è lo stilista ideale per realizzare una Barbie che incarni sia ironia sia alta moda - ha affermato Kim Culmone, vice president dlobal Barbie Design - Barbie sulla passerella di Moschino oppure Moschino nel guardaroba di Barbie, in entrambi i casi si tratta di puro divertimento e di una partnership perfetta".

Canali lancia l'e-commerce




Il marchio di abbigliamento uomo Canali lancia l’e-commerce: dal 29 di Ottobre solo per i clienti europei, ha aperto la prima boutique online del brand, le cui collezioni potranno essere acquistate direttamente su Canali.com con un semplice click.

Il sito e-commerce Canali

Inoltre Canali.com lancia una nuova serie di cortometraggi, 'Moments' in cui Joseph Arkley, attore inglese emergente, vive con ironia e “stile” le tappe importanti della vita. Oltre alle diverse situazioni che il nostro protagonista condividerà con i followers, si potrà anche accedere al dietro le quinte di ciascun 'Moments' attraverso le immagini e il materiale inedito che verrà postato sui social networks del marchio (facebook, instagram, twitter, pinterest, gplus, youtube, vimeo).Tutti i completi, che il protagonista vestirà nei suoi Momenti, saranno acquistabili on line sull'e-shop del brand appunto.La griffe, specialista in capi sartoriali di lusso, dal 1934, promuove la tradizione artigianale e il Made in Italy e propone anche un servizio SU MISURA, un’esperienza in cui il cliente è accompagnato passo dopo passo in ognisua scelta per creare un abito sartoriale unico.Oggi il Gruppo, guidato dalla terza generazione, comprende diversi centri produttivi in Italia, più di 1800 dipendenti, oltre 250 boutique nel mondo e 1000 punti vendita dislocati in oltre 100 Paesi.

Alber Elbaz dice addio a Lanvin






Alber Elbaz avrebbe lasciato la maison Lanvin dopo 14 anni. Lo rivela il quotidiano americano Wwd. L’annuncio ufficiale, attraverso una nota, è atteso nei prossimi giorni.
Secondo voci dell'ambiente della moda, lo stilista avrebbe avuto dei disaccordi con la proprietà e con il management. L’ufficio stile sarebbe stato informato in mattinata, a Parigi, e lo stilista si sarebbe già allontanato dal suo ufficio nella capitale francese.
Elbaz, tra l'altro, sempre secondo voci non confermate, sarebbe in pole position per prendere il posto lasciato vacante da Raf Simonsalla maison Dior
Elbaz è l’autore del rilancio di Lanvin quando, nel 2001, Wang rilevò il marchio. Il suo obiettivo nella moda, ha svelato anni fa lo stilista, è di far sparire il vestito e far apparire la donna.

«Addieu Dior, ce fut un plaisir»: Raf Simons lascia maison Dior- Ti Veste Liz!


raf simons lascia dior moobmag
Sembrava un matrimonio perfetto, un idillio pronto a durare per sempre e invece Dior torna single: è notizia delle ultimissime ore quella che vede Raf Simons alle prese con i bagagli e con la firma per il divorzio dalla maison francese. Un fulmine a ciel sereno – pare – abbia colpito nuovamente la maison parigina che non riesce a tenersi stretti gli stilisti e che a soli tre anni “dall’incidente” – chiamiamolo così – John Galliano è di nuovo nella stessa barca e con il mare in tempesta.
E già, perché gennaio è dietro l’angolo e l’alta moda reclama la presenza di Dior sulle passerelle. Cosa fare? Il toto-nomi è ancora in balia del vento e non si hanno notizie certe né – ovviamente – opzioni valide. Su due piedi poi non sarà facile. L’annuncio è arrivato nel pomeriggio di giovedì 22 ottobre dal quartier generale a Parigi del gruppo Lvmh, proprietario della griffe. Annuncio secco e pochi commenti a conferma che la terra è crollata sotto i piedi di tutto l’entourage: sia Sidney Toledano, responsabile esecutivo di Dior, che lo stesso presidente di Lvmh, Bernard Arnault, hanno lasciato commenti elogiando («contributo eccezionale» sono state le parole usate dai due) il lavoro di Simons per l’azienda. I ben informati, in realtà, dicono che la cosa era già nell’aria e che la Lvmh si sia battuta a denti stretti per trattenere Simons ma niente. Irremovibile, lo stilista belga sogna l’America. L’insoddisfazione dello stilista, infatti, è per il luogo e non per la griffe. Raf Simons ha deciso di emigrare negli States, precisamente a Los Angeles. Città del momento a quanto pare: tutti lì vogliono stare! Da Hedi Slimane di Saint Laurent a Jeremy Scott di Moschino. Cosa avrà la città degli angeli di così straordinario poi non si sa. Ce lo faremo spiegare un giorno. Che Simons abbia già qualcosa per le mani? Anche questa pare notizia non del tutto infondata ma per ora nulla di certo.
Raf Simons quindi lascia incompiuta la sua visione della mademoiselle Dior che – tra l’altro – era una gran bellezza da guardare. L’ultima sfilata – del 2 ottobre – è quella che forse più chiaramente spiegava le sue intenzione al pubblico fan della maison e del suo lavoro: nella Cour Carrée del museo del Louvre, Raf Simons parlava di una moda semplice, di un ritorno alla purezza e che raccontasse l’ottimismo.
«Ho pensato a una collezione che mostri una certa purezza, – ha dichiarato Raf Simons – semplificata al massimo su una sola direttrice che esprime l’idea stessa di femminilità, della fragilità e della sensibilità, senza sacrificare la forza e l’effetto. Ma è una semplicità apparente, perché la collezione è tecnicamente molto complessa. Mescola, infatti, elementi di abbigliamento intimo vittoriano, abiti trasparenti tagliati in sbieco, giacche Bar e maglieria»
Un lavoro di ritorno al puro che però è più complesso di quello che sembra perché, infatti, ha come missione quella di cambiare i codici classici della femminilità e crearne di nuovi senza – attenzione – abbandonarne gli elementi. Ed ecco quindi che in passerella compare il classico tailleur Bar di Monsieur Dior che in questa collezione P/E 2016 Raf Simons priva della gonna e allunga la giacca con una balza più morbida che diventa così un simbolo. Le liseuses da camera diventano maglie che si fermano sotto al seno e che vanno indossate sopra abiti di chiffon e le vestaglie da camera diventano parka ricamati e orlati. Una collezione giudicata incoerente in certi versi ma che in realtà non ha nulla di poco coerente: dove altri destrutturano e distruggono, lo stilista belga sfuma dolcemente e genera modelli di una delicatezza infinita e di gran pregio. Anche i mutandoni della Regina Vittoria rivisitati Raf Simons assumono un altro carattere e una vivacità tutta femminile nella loro versione shorts.
Di Raf Simons e del suo lavoro alla maison Dior si può solo dire che ha rispettato gli impegni presi, ossia quello – non facile – di non far sentire la mancanza di un grande Galliano e di creare una moda bella che si possa ricordare. Intanto, sia Dior che Raf Simons nei prossimi mesi saranno attivissimi e seguitissimi. Pertanto, occhio eh!