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30 maggio 2013

BLACK REBELS MPF®


BLACK REBELS MPF®



Love 4 the Future, la Cura dei Sentimenti 
Puri, una Rinascita della Natura, la consapevolezza dei nostri Sogni, la Purezza dell'Animo, tutto ciò é Black Rebels MPF®

Desideri, Sogni, Sentimenti Puri ... Come in and see the Future.

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09 maggio 2013

Mostra al Met tra punk e haute couture



Dal bagno del noto locale CBGB, all'abito Versace con le spille da balia, simbolo del punk. Questi alcuni degli oggetti protagonisti della mostra a New York, "Punk: Chaos to Couture".


Vivienne Westwood veste per l'occasione un manichino che ci manda a quel paese. Foto: Ansa

Delle spille da balia nella moda parla John Lydon dei Sex Pistols: "Prima di entrare nel gruppo, era una necessità, perché non sapevo cucire. Ma l'idea risale a quando avevo 2 anni: mia madre le usava quando mi metteva i pannolini e me ne conficcò uno nel pene". Al Met anche un manichino vestito Vivienne Westwood che fa un gestaccio agli ospiti.

03 maggio 2013

Prada: in mostra i costumi per "Il Grande Gatsby" di Baz Luhrmann

"Catherine Martin and Miuccia Prada Dress Gatsby": questo il titolo della mostra itinerante che partirà da New York presso l’Epicentro Prada di Broadway (dall'1 al 12 maggio 2013), per poi approdare all'Epicentro Prada di Tokyo (dal 14 al 30 giugno) e, infine, all'IFC Mall di Shanghai (da metà luglio).



Catherine Martin, costumista e scenografa vincitrice di premi Oscar e Tony, è famosa in tutto il mondo per la collaborazione con il marito Baz Lurhmann ai film "Ballroom - Gara di Ballo", "Romeo + Giulietta", "Moulin Rouge" e alla scenografia de "La Bohéme" per Broadway. L’esposizione combina abiti da sera, vestiti, cappelli, calzature e gioielli a schizzi, foto di scena, filmati del backstage e trailer del film. L’apertura coincide con la prima mondiale del film "Il Grande Gatsby" di Luhrmann, in programma per il 1 maggio all’Avery Fisher Hall presso il Lincoln Center di New York. "Il Grande Gatsby" inaugurerà poi la 66° edizione del Festival Internazionale del Cinema di Cannes il 15 maggio prossimo. 

Catherine Martin ha suggerito linee guida molto precise: i riferimenti e i dettagli di tessuti, colori e materiali dovevano essere quelli dell’epoca, ma allo stesso tempo moderni. Lavorando ai costumi, Miuccia Prada si è resa conto di quanti capi creati per le sfilate Prada e Miu Miu di diverse stagioni avessero uno spirito tipicamente anni ‘20 una volta integrati nella regia del film.

Gli abiti, storici e assolutamente contemporanei al tempo stesso, sono realizzati in brillante lamé metallico iridescente, paillettes, taffetà di seta, pelliccia colorata e velluto, e abbinati a fantastici cappelli, calzature e accessori.

L’allestimento include manichini che indossano i look di ogni personaggio, accompagnati da video tratti sia dal film che dal dietro le quinte e, per l'Epicentro di New York, un murale di sessanta metri che raffigura un montaggio delle scene più spettacolari della festa ambientate nella villa di Jay Gatsby a Long Island. La mostra, curata dallo studio 2x4 di New York, è progettata per mutare a ogni tappa, allo scopo di riflettere le caratteristiche uniche di ogni città che la ospita.

Le aziende italiane puntano a fiere “multi-servizio”

La fiera resta malgrado la crisi uno strumento di promozione imprescindibile per le aziende italiane e sicuramente lo strumento più efficace per svilupparsi nei mercati esteri. Queste le conclusioni di un sondaggio realizzato recentemente dall’istituto milanese Ispo presso 400 aziende espositrici per conto delle società che organizzano le fiere di Milano, Verona, Bologna e Rimini.


La prima edizione del salone della calzatura TheMicam a Shanghai

Per il 94% delle aziende intervistate, “le fiere sono il canale più efficace per promuovere le proprie attività economiche all’estero”. Le associazioni di categoria arrivano al secondo posto - sono considerate “utili” solo per il 50% degli imprenditori -, seguite dalle Camere di commercio (41%), mentre ambasciate e consolati convincono solo il 31% degli intervistati sulla loro reale capacità a promuovere il Made in Italy.

Per la maggioranza delle aziende intervistate (92%) le fiere servono innanzitutto ad aumentare la visibilità tra i compratori esteri e a creare opportunità di business. Per l’84% le fiere servono anche a creare sinergie tra le imprese di una stessa filiera merceologica per approdare sui mercati esteri.

"Il risultato più interessante è il cambio di prospettive. Le aziende vedono le fiere sempre più come dei veri e propri partner. Si aspettano che vengano forniti loro servizi pre e post-fiera che vanno oltre il periodo di esposizione. C’è molta attesa anche rispetto ad ulteriori servizi, in particolare dati che permettano alle aziende di selezionare i mercati esteri più adattati ai loro prodotti, nuovi clienti e nuovi fornitori", spiega Emanuela Carimati, che ha coordinato l’indagine.

TheMicam Shanghai

L’importanza delle fiere non si esaurisce nel sostegno all’export, ma si misura in molteplici campi: nella presentazione delle innovazioni (94%), nella promozione delle filiere (89%), nell’incremento dei contatti e della rete di fornitori e buyer (89%), nell’aumento degli ordini e del giro di affari (87%), nella possibilità di intercettare le nuove tendenze del mercato (90%).

“C’è una grande richiesta di supporto verso gli organizzatori di saloni, che le società considerano quasi come dei consulenti, anche perché il sostegno delle istituzioni come l’ICE, l’agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione, è stato ridimensionato. Bisogna vedere come le fiere riusciranno a rispondere a queste nuove esigenze e a cogliere queste opportunità che mettono in campo investimenti ed energie”, sottolinea la ricercatrice.

Qualche fiera, come TheMicam, il salone di riferimento della calzatura, si sta già orientando in questa direzione. Per la sua prima edizione a Shanghai, TheMicam ha puntato molto per esempio su seminari mirati per offrire alle aziende un corollario di informazioni tecnico-giuridiche-commerciali sulle dinamiche del mercato locale.

02 maggio 2013

Pinault dona a Pechino due antichi bronzi contesi

Con un gesto dal forte significato simbolico e politico, il miliardario francese François-Henri Pinault ha donato alla Cina due antiche teste di bronzo, da tempo rivendicate da Pechino. L'annuncio è avvenuto il 26 aprile durante un incontro fra Pinault e il vicedirettore dei beni culturali cinesi, Song Xinchao, nell'ambito della visita ufficiale del presidente francese François Hollande in Cina.


Le teste di topo e coniglio. Foto: Adnkronos

I due bronzi raffigurano un topo e un coniglio e fanno parte di una serie di dodici teste di altrettanti animali dello zodiaco cinese che furono sottratte dal vecchio Palazzo d'Estate di Pechino da soldati britannici e francesi durante la guerra dell'Oppio nel 1860. Da tempo Pechino ha avviato una campagna per ottenere la restituzione di tutte le teste.

La vicenda è anche al centro del film "Zodiaco cinese", dove l'attore Jackie Chan recupera due delle teste da una magione francese. Si ignora dove si trovino le teste di serpente, capra, gallo e cane, ma Pechino ha già recuperato le teste di bufalo, tigre, scimmia, maiale e cavallo, mentre quella di drago si trova a Taiwan.

Le teste del topo e del coniglio erano in possesso dello stilista Yves Saint Laurent, morto nel 2008. Non è chiaro quanto le abbia pagate Pinault. Il miliardario, 50 anni, guida il gruppo Kering, noto fino ad un mese fa come Pinault-Printemps-Redoute (PPR), che controlla una serie di marchi di lusso, da Gucci a Yves Saint Laurent. Il gruppo, che l'anno scorso ha fatturato 9,7 miliardi di euro, ha visto crescere le sue vendite in Cina del 39% nel 2011 e del 18% l'anno scorso.