Da Prato stop ai veleni degli scarichi industriali con progetto UE
La cosiddetta "Operazione acque pulite" si sintetizza nella formula Uf + Us, ossia Ultrafiltri più Ozonizzazione. Ecco l'innovazione che lancia Prato e la Next Techology Tecnotessile (NTT), all'avanguardia nella difesa dell'ambiente e delle risorse idriche. E' la tecnologia più avanzata e più economica per purificare e riutilizzare le acque inquinate degli scarichi industriali e civili.
Il sistema è frutto del progetto europeo 'Purifast', i cui risultati sono stati presentati il 14 giugno a Palazzo dell'Industria durante la conferenza internazionale conclusiva organizzata dall'istituzione che ha coordinato il consorzio italo-franco-tedesco, appunto la NTT, società di ricerca e servizi alle imprese fondata a Prato dal Miur e partecipata dalle principali manifatture italiane del settore.
"Riciclare le acque reflue", ricorda Enrico Venturini, responsabile dei servizi alle imprese di NTT e del progetto 'Purifast', "è un problema mondiale. In Toscana riguarda in particolare il distretto tessile pratese, quello conciario a Santa Croce sull'Arno, del cartario a Lucca e delle aree minerarie, da Massa all'Amiata. Il solo fabbisogno industriale di Prato arriva a 10 milioni di metri cubi all'anno (4 quelli depurati e riutilizzati): spesso sono acque con residui tossici, che non ci possiamo permettere nè di sprecare, nè tanto meno di disperdere nell'ambiente. Adesso siamo in grado di proporre a istituzioni e imprese soluzioni di sicura efficacia".
Ideato da NTT, 'Purifast' (acronimo di 'Advanced Purification Of Industrial And Mixed Wastewater By Combined Membrane Filtration And Sonochemical Technologies') è costato oltre tre anni di ricerche, con un finanziamento di 2,2 milioni di euro della Commissione Europea nel contesto del programma "Life + Envirenmental Policy and Governance 2007-A1".
Partner del consorzio l'Università di Firenze con i dipartimenti di Matematica e di Ingegneria Civile e Ambientale, le tedesche Inge e Iww (Rheinisch-Westfalisches Institut fur Wasserforschung gemeinnutzige), le italiane Lavo (Giussano, Monza), King Color (Novi di Modena) e Gida, la società Gestione Impianti Depurazione Acque (costituita da Comune di Prato, Unione Industriali e Gruppo Consiag), una delle strutture dove il sistema ultrafiltrazione - ozonizzazione è stato sperimentato con successo sia sugli scarichi industriali che su quelli civili.
"All'inizio", spiega Enrico Fatarella, ricercatore chimico di NTT e responsabile scientifico di 'Purifast', "puntavamo su una combinazione di ultrasuoni e membrane capaci di ultrafiltrare l'acqua attraverso fori microscopici. Il successo dei test pilota non ha però dato analoghi risultati su scala industriale. Depurare scarichi ricchi di coloranti e sostanze chimiche presuppone infatti vari passaggi e gli ultrasuoni si sono rivelati troppo costosi in termini di energia necessaria. Preferibili quindi tecnologie più consolidate come l'ozonizzazione (un sistema in cui si sfrutta il potere ossidante dell'azoto per degradare composti organici) di pari efficacia ed economicamente vantaggiose".
La conferenza internazionale ha presentato anche altre importanti tecnologie e innovazioni del settore, oltre a una serie di esempi significativi di impianti consortili per i distretti industriali. Hanno aperto i lavori Goffredo Borchi, vicesindaco e assessore all'Ambiente del Comune di Prato, e Stefano Arrighini, assessore all'Ambiente e alla Difesa del Suolo della Provincia di Prato. Tra i relatori i rappresentanti dei vari partner del progetto e dei distretti toscani.
Venturini ha concluso presentando le opportunità che con i programmi "Life +" (ormai ventenne) ed "Ecoinnovation" la Comunità Europea offre a chi adotta sistemi e dispositivi che riducano l'impatto ambientale. Infine visita guidata all'impianto di ultrafiltrazione 'Purifast' presso Gida.
Il sistema è frutto del progetto europeo 'Purifast', i cui risultati sono stati presentati il 14 giugno a Palazzo dell'Industria durante la conferenza internazionale conclusiva organizzata dall'istituzione che ha coordinato il consorzio italo-franco-tedesco, appunto la NTT, società di ricerca e servizi alle imprese fondata a Prato dal Miur e partecipata dalle principali manifatture italiane del settore.
"Riciclare le acque reflue", ricorda Enrico Venturini, responsabile dei servizi alle imprese di NTT e del progetto 'Purifast', "è un problema mondiale. In Toscana riguarda in particolare il distretto tessile pratese, quello conciario a Santa Croce sull'Arno, del cartario a Lucca e delle aree minerarie, da Massa all'Amiata. Il solo fabbisogno industriale di Prato arriva a 10 milioni di metri cubi all'anno (4 quelli depurati e riutilizzati): spesso sono acque con residui tossici, che non ci possiamo permettere nè di sprecare, nè tanto meno di disperdere nell'ambiente. Adesso siamo in grado di proporre a istituzioni e imprese soluzioni di sicura efficacia".
Ideato da NTT, 'Purifast' (acronimo di 'Advanced Purification Of Industrial And Mixed Wastewater By Combined Membrane Filtration And Sonochemical Technologies') è costato oltre tre anni di ricerche, con un finanziamento di 2,2 milioni di euro della Commissione Europea nel contesto del programma "Life + Envirenmental Policy and Governance 2007-A1".
Partner del consorzio l'Università di Firenze con i dipartimenti di Matematica e di Ingegneria Civile e Ambientale, le tedesche Inge e Iww (Rheinisch-Westfalisches Institut fur Wasserforschung gemeinnutzige), le italiane Lavo (Giussano, Monza), King Color (Novi di Modena) e Gida, la società Gestione Impianti Depurazione Acque (costituita da Comune di Prato, Unione Industriali e Gruppo Consiag), una delle strutture dove il sistema ultrafiltrazione - ozonizzazione è stato sperimentato con successo sia sugli scarichi industriali che su quelli civili.
"All'inizio", spiega Enrico Fatarella, ricercatore chimico di NTT e responsabile scientifico di 'Purifast', "puntavamo su una combinazione di ultrasuoni e membrane capaci di ultrafiltrare l'acqua attraverso fori microscopici. Il successo dei test pilota non ha però dato analoghi risultati su scala industriale. Depurare scarichi ricchi di coloranti e sostanze chimiche presuppone infatti vari passaggi e gli ultrasuoni si sono rivelati troppo costosi in termini di energia necessaria. Preferibili quindi tecnologie più consolidate come l'ozonizzazione (un sistema in cui si sfrutta il potere ossidante dell'azoto per degradare composti organici) di pari efficacia ed economicamente vantaggiose".
La conferenza internazionale ha presentato anche altre importanti tecnologie e innovazioni del settore, oltre a una serie di esempi significativi di impianti consortili per i distretti industriali. Hanno aperto i lavori Goffredo Borchi, vicesindaco e assessore all'Ambiente del Comune di Prato, e Stefano Arrighini, assessore all'Ambiente e alla Difesa del Suolo della Provincia di Prato. Tra i relatori i rappresentanti dei vari partner del progetto e dei distretti toscani.
Venturini ha concluso presentando le opportunità che con i programmi "Life +" (ormai ventenne) ed "Ecoinnovation" la Comunità Europea offre a chi adotta sistemi e dispositivi che riducano l'impatto ambientale. Infine visita guidata all'impianto di ultrafiltrazione 'Purifast' presso Gida.
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