Un incantato giardino all'italiana, uno di quelli dove la la bellezza della natura nasconde un incredibile sforzo di progettazione e di cura, tra labirinti verdi e cancellate barocche che sembrano ricami: la collezione Valentino Haute Couture, in poche parole, è così. Una gioia degli occhi che suscita esclamazioni di stupore e nasconde, dietro la naturalezza e leggerezza dell'insieme, un impegno certosino con lavorazioni sempre più complicate. Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli lo ammettono: stavolta hanno chiesto davvero l'impossibile al loro atelier di piazza Mignanelli, a Roma. Ma i due laboratori che lo compongono, con le rispettive 'premiere' e le 45 persone che ci lavorano (compresi dieci giovani tra i 23 e i 25 anni, bravissimi e assunti da poco) hanno fatto il miracolo perché è per questo che lavora la haute couture.
La sera, eclatante, svela il cappottino ricamato che si completa con l'abito di tulle e pizzo chantilly ma soprattutto gli abiti-labirinto dove le gonne a ruota sono state costruite e disegnate nel pizzo come fossero dei dedali di siepi di un lussuoso giardino. C'é anche un bosco, riprodotto da una romantica foto notturna e tutto realizzato con pizzi diversi, secondo l'estro e la maestria della 'premiere'. La silhouette quattrocentesca della 'robe' in ruches di tulle che sfiorano la caviglia, è sottolineata dalle foglie ricamate in canutiglie di madreperla e poi dipinte in una gamma dolcissima di verdi. Sono invece ricami di rafia le tracce che che rendono particolare un altro abito di tulle, stretto in vita e libero nella gonna di organza. Avorio, beige, bianco, acqua creano una atmosfera incantata mentre accenti di rosso sorprendono con modernità. Le scarpe sono tutte in tema, con pizzo e arabeschi di tubicini, un lavoro virtuosistico che ha dell'impossibile. Ma il tutto si traduce, questo è il vero miracolo, in una sfilata incantevole, dove la maestria artigianale non soffoca mai la leggerezza e l'eleganza, ma suscita continuamente un senso di stupore.
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