Il settore della moda italiana è ancora toccato dalla crisi, ma dovrebbe presto vedere la luce in fondo al tunnel. Questo lo scenario delineato con un cauto ottimismo dalla Camera della Moda, giovedì 13 febbraio, in occasione della presentazione del programma della prossima fashion week, che si svolgerà dal 19 al 24 febbraio.
Dolce&Gabbana, collezione primavera/estate 2014
Secondo le previsioni del rapporto "Fashion Economic Trends", realizzato da Hermes Lab per la CNMI, si è registrata, per la prima volta da più mesi, una netta inversione della tendenza congiunturale nel terzo trimestre 2013, con una crescita sia del fatturato (+1,4%) che della produzione (+2,2%) per l’insieme della filiera tessile-abbigliamento. Questo “primo modesto passo verso la ripresa” dovrebbe consentire, secondo le nuove previsioni della Camera della Moda, un rallentamento del calo del settore per l’intero 2013 con un fatturato totale di 59,27 miliardi di euro in flessione dell’1,8% rispetto al 2012, e non più del 2,5% come annunciato lo scorso settembre.
“È ancora presto per parlare di un rimbalzo o di una consolidata ripresa. Per la prima volta in due anni, tuttavia, nel terzo trimestre le vendite sul mercato interno sono state, anche se di poco, migliori rispetto al trimestre precedente”, sottolinea la ricerca. Nei primi 10 mesi del 2013 le vendite del commercio al dettaglio in Italia sono comunque diminuite complessivamente del 2,3% (-2,9% per l’abbigliamento e -3,1% per calzature e pelletteria).
Le vendite all’estero sono invece cresciute, soprattutto verso i mercati extra-UE, ma con una ripresa anche verso i Paesi europei. Le esportazioni italiane della filiera moda dovrebbero raggiungere 45,1 miliardo di euro nel 2013 e 47,5 miliardi nel 2014, secondo le stime della camera della Moda. Questa progressione dell’export continua a far crescere il saldo positivo della bilancia commerciale del settore, che è passato da 11,7 miliardi nel 2010 a 19,2 miliardi previsti nel 2013.
Nei nove primi mesi del 2013 il saldo commerciale della filiera registra un eccedente di 13,7 miliardi di euro. Nello stesso periodo l’export di moda è aumentato del 3,6%, a 34 miliardi di euro. La crescita è trainata dai Paesi extra-UE: Hong Kong (+7,2%), Russia (+6,2%), Stati Uniti (+5,4%) e Giappone (+3,4%). Segnali positivi provengono anche dall’Europa, in particolare dal Regno Unito (+6%). La Francia rimane il primo sbocco dell’Italia per l’abbigliamento, nonché per calzature e pelletteria, e il secondo per il tessile dopo la Germania.
Le previsioni per il 2014 sono piuttosto incoraggianti. Nei primi due trimestri la crescita del fatturato si rafforzerà, sempre grazie alle esportazioni ma con un contributo positivo anche della domanda interna. Il fatturato per l’insieme della filiera tessile-abbigliamento-pelletteria-calzature dovrebbe raggiungere 62,4 miliardi di euro, segnando di nuovo una crescita (+5,4%) dopo due anni in calo, secondo le stime di CNMI. Dal punto di vista della congiuntura economica, l’Italia continuerà a rimanere tra i Paesi in cui la crescita sarà più lenta nel 2014.
Di Dominique Muret
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