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30 settembre 2015

Fashion Week, crescono presenze e follower

Fashion Week, crescono presenze e followerFashion Hub
 
 
 

Sono positivi i dati relativi all’edizione della Fashion Week appena terminata. Secondo quanto comunicato da Camera Nazionale della Moda Italiana, il Fashion Hub, sede di Camera della Moda durante la settimana e situato presso Unicredit Pavilion in Piazza Gae Aulenti, ha registrato 8.200 ingressi, circa il 40% in più rispetto alla scorsa stagione. In prossimità del Fashion Hub, l’ampia sala sfilate e presentazioni del The Mall ha registrato più di 4mila presenze distribuite su 3 sfilate, 2 presentazioni e 2 eventi. La Sala delle Cariatidi ha invece ospitato 10 sfilate e 2 eventi, con più di 3.500 presenze. Anche i social media hanno rilevato un aumento dei follower: 31.400 su Instagram (21.500 a febbraio 2015), 70.600 su Facebook (57.281 a febbraio 2015) e 5.200 su Twitter. Il sito di Camera Moda dedicato alla Fashion Week, milanomodadonna.it, ha registrato più di 80mila visite.
In concomitanza con la diffusione dei dati relativi alla Fashion Week, Camera Nazionale della Moda ha pubblicato i risultati dello studio effettuato nel secondo trimestre del 2015 sull’andamento dell’industria della moda (tessile, abbigliamento, pelle, pelletteria e calzature). Dallo studio si evince che il fatturato è in ripresa: con una crescita del 4,1%, principalmente grazie all’abbigliamento (+12,9%) e alle calzature (+3,9%). La crescita è stata progressiva: partendo da un dato negativo a gennaio si è affermata nei mesi successivi portando la media del primo trimestre al +2,7% e quella del secondo al +4,1. A sostenerla sono ancora i mercati esteri. Nel secondo trimestre il fatturato sull’estero è cresciuto dell’8,8%, miglior risultato da quindici trimestri. In particolare, sono molto positivi i risultati sui mercati extra-EU, USA e Cina soprattutto.
I consumi di abbigliamento in Italia stanno comunque vivendo un inizio di ripresa.  Le previsioni per il 2015 sono positive, con un fatturato previsto in crescita dai 61,2 miliardi di euro nel 2014 ai 64,2 miliardi di euro per il 2015 (+5%), nell’ipotesi che il cambio dell’euro si mantenga sui livelli attuali.
 

Gucci, la prima hit di Michele è in canguro



Gucci, la prima hit di Michele è in canguro
Slipper in canguro di Gucci.
 
 
Il primo must have di Gucci dell’era Alessandro Michele sembra essere una slipper che ha spopolando durante la fashion week milanese. La calzatura in pelle si contraddistingue per l’inserto in pelliccia di canguro con cui è foderata, oltre al tradizionale morsetto-logo del brand. Giornalisti, redattori, buyer, blogger e molti addetti ai lavori hanno scelto di indossare la slipper (in vendita a partire da circa mille euro) spesso abbinandola a borse e indumenti delle prime collezioni di Michele.

Madonnina Revenge

 
Madonnina Revenge

Milano ritrova la ribalta internazionale. Non è solo merito del richiamo di Expo. Ma anche delle riqualificazioni immobiliari. E del rinnovato impegno della moda.
 
na Galleria Vittorio Emanuele tornata agli antichi splendori. Una Darsena rinata. Porta Nuova, le Torri Garibaldi e Citylife. La Fondazione Prada e l’Armani Silos. Milano è davvero cambiata negli ultimi anni, e non è solo merito di Expo. Certo, l’Esposizione Universale ha dato la spinta decisiva all’amministrazione comunale che ha accelerato la chiusura di progetti legati in particolare alla viabilità. L’obiettivo degli interventi voluti da Palazzo Marino era duplice: essere preparati ad accogliere un maggiore flusso di turisti e migliorare la propria immagine. Soprattutto, in vista del dopo-Expo. Sono però i progetti immobiliari come appunto Porta Nuova e Citylife, con la rivoluzione del quartiere dell’ex Fiera Milano, ad aver attirato l’attenzione degli investitori e a ridare fiducia sulla ripresa di Milano. Basti pensare al fondo sovrano del Qatar, che ha acquisito l’intero quartiere di Porta Nuova sviluppato da Hines Italia, o a Blackstone, che si è aggiudicato l’ex Palazzo delle Poste di piazza Cordusio. O ancora ai cinesi di Fosun, che si sono aggiudicati l’ex sede Unicredit, sempre in piazza Cordusio. È insomma grazie alla sua vitalità che la Milano di oggi è diventata meta sempre più ambita per tanti stranieri. Meta di business e meta di shopping di lusso: un turismo di alto livello che compra soprattutto nel Quadrilatero della moda e in via della Spiga, mentre la terza location in ordine di volumi è oggi l’aeroporto di Malpensa. A confermarlo è stato il rapporto che Pambianco Strategie di Impresa ha elaborato per conto di Sea lo scorso aprile. Milano ne emerge come la città con lo scontrino medio più alto rispetto a tutte le altri capitali del mondo, cioè 1.400 euro a persona. Il maggior numero di visitatori arriva dalla Russia, che pure è un mercato difficile dal punto di vista economico-politico. Dietro ai russi sono gli statunitensi a essere i più affezionati a Milano e poi, in misura pressoché uguale, i cinesi e i francesi. Un turismo importante non solo per le alte disponibilità finanziarie, ma anche perché slegato da interessi culturali e, dunque, non “one spot” bensì reiterato. La percezione nei confronti del capoluogo lombardo è quella di una città che ha saputo accogliere questi turisti dello shopping ed evolversi a misura di turista. Perché questo cammino diventi un’abitudine acquisita, però, è necessario che tutti gli attori coinvolti facciano la propria parte. L’appello di Carlo Capasa è diventato l’emblema di questo nuovo corso: il nuovo presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana ha fatto dell’accoglienza uno dei punti fondamentali del proprio mandato. In quest’ottica, il primo treno della moda che, lo scorso giugno, ha accompagnato buyer e giornalisti da Firenze a Milano, dal Pitti alla fashion week, assume un’importanza fondamentale: non è stato solo un modo per fare sistema, ma anche una “coccola” dedicata a tutti gli operatori.
 
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Alcune immagini simbolo della “rinascita” di Milano,
 in un ideale percorso fra il nuovo e l’antico.
 
 
LA MILANO DEGLI ALTRI

 La rinnovata immagine della città ha colpito nel segno oltre frontiera. Non è un caso che Tiffany abbia dedicato un charm e un bracciale della famosa collezione Return To Tiffany proprio a Milano, il primo dopo quello dedicato a New York. La capsule collection sarà in vendita solo nel capoluogo lombardo ed esorta i clienti proprio a “tornare a Milano”. Della rinascita di Milano si è accorta anche la stampa internazionale. Il New York Times è stato il primo, con il suo famoso articolo sulle top 50 destinazioni del turismo per il 2015: Milano è al primo posto. Poi è arrivato The Business of Fashion, con un pezzo dedicato alla nuova Milano, rifiorita e splendente soprattutto dopo l’inaugurazione della sede della Fondazione Prada con cui fa il paio l’Armani Silos, al quale il New York Times ha dedicato un articolo lo scorso agosto. Due strutture che hanno colpito i media mondiali anche perché sorgono in aree completamente riqualificate: la Fondazione Prada è sorta dalle ceneri di una ex distilleria, l’Armani Silos da quelle della Nestlé. Ancora a fine agosto, un altro bel colpo per il capoluogo lombardo: il reportage del Financial Times sul “rinascimento milanese”. Una lunga passeggiata nella nuova Milano, non più grigia bensì piena di luci e stimoli. Come se non bastasse, si è poi aggiunto il degrado di Roma, finito sulle prime pagine dei giornali più importanti del mondo: dal New York Times a Le Monde e a El Pais. Qualcuno non si è lasciato scappare l’occasione di mettere nero su bianco il confronto fra Roma e Milano – come La Repubblica: da una parte la capitale, dove i movimenti dei passanti sono scanditi da sacchi della spazzatura e muri imbrattati, dall’altra il Salotto di Milano, con una ragazza ben vestita in primo piano e la Galleria Vittorio Emanuele alle spalle. C’è infine un’altra tendenza da non sottovalutare, anch’essa segnale di come Milano piaccia sempre di più agli stranieri. È in crescita il numero di stranieri che eleggono il capoluogo lombardo a propria residenza elettiva, cinesi in testa. Persone benestanti ma non miliardarie, con un budget fra i 300 e i 350 mila euro, come ha già sottolineato il presidente dell’Ance (l’associazione nazionale dei costruttori edili) Claudio De Albertis. Un fatto che non è più tendenza, ma un vero e proprio mercato in costante aumento. Basti pensare a quella “cittadella cinese” che dovrebbe sorgere proprio a Milano: un complesso residenziale di lusso destinato a imprenditori e manager di Oltre muraglia.

29 settembre 2015

Adidas si propone come protagonista dell'economia circolare


Dopo le scarpe fatte con reti da pesca usate e bottiglie di plastica riciclate, Adidas fa un altro passo nel mondo dell'economia circolare.
 
L'obiettivo del progetto - Adidas
 

Il gruppo tedesco sfrutta l'immagine del calciatore argentino Lionel Messi per promuovere la sua ultima iniziativa. “Sono fiero del fatto che Adidas lavori per assicurare che tutte le sue scarpe, comprese le mie, siano prodotte in una maniera che protegga l'ambiente”, precisa il fuoriclasse del calcio.

Il progetto in questione si chiama “Sport Infinity”. Adidas si propone come capofila di questo progetto di ricerca, chiamato più globalmente “WRAP” e realizzato nel quadro delle iniziative della Commissione Europea con vari partner industriali e universitari. L’obiettivo è di creare un materiale riciclabile. Una volta che il prodotto ha raggiunto la fine vita, sarà frantumato e rilavorato per ottenere un materiale riutilizzabile. Con questo sarà dunque possibile produrre, per esempio, nuove scarpe da calcio.

“Si tratta di un cambiamento fondamentale per gli appassionati di calcio. Nei prossimi tre anni, “Sport Infinity” ha lo scopo di porre fine all'abitudine di buttare via le proprie vecchie scarpe da calcio”, spiega Gerd Manz, vicepresidente dell'innovazione e delle tecnologie di Adidas. “Al contrario, ogni paio di scarpe non viene semplicemente riciclato, ma ripensato per rispondere alle specifiche esigenze di ogni consumatore”.
 
Gerd Manz, capo del settore innovazione di Adidas - Adidas

Dall'inizio dell'anno, Adidas ostenta vistosamente le sue ambizioni nel campo del riciclaggio, soprattutto attraverso la partnership con 'Parley for the Oceans'. Ma il gruppo teutonico ha anche lanciato il programma “Speedfactory”, con il patrocinio del governo tedesco.

Questa iniziativa riunisce diversi centri industriali e di ricerca tedeschi con l'obiettivo di sviluppare approcci innovativi, non solamente nei prodotti finiti, ma anche nei procedimenti e nelle metodiche industriali.

Un approccio che può per esempio permettergli di realizzare delle soluzioni per ridurre i consumi di energia e materie prime.

Olivier Guyot (Versione italiana di Gianluca Bolelli)


H&M assolda la prima modella musulmana con hijab



 
​Nella moda, si sa, non ci sono regole ben precise. E quelle che ci sono devono essere tutte infrante, fatta eccezione per una: quella del riciclo. E' questo che grida forte la nuova campagna pubblicitaria di H&M 'Close the Loop', pensata per promuovere il riciclo dei vestiti nei negozi del colosso svedese, e diventata subito virale in rete, soprattutto perché lo spot inquadra una modella con indosso l'hijab, il tradizionale velo islamico.
La modella Mariah Indrissi scelta da H&M per lo spot 'Close the Loop'
 Foto: profilo Instagram

Di origini pachistane e marocchine, Mariah Indrissi ha 23 anni e vive a Londra, ed è la prima modella musulmana con il velo ad apparire in uno spot pubblicitario di H&M, che l'ha scoperta su Instagram, secondo quanto scrive il 'Daily Mail'.

'Ostenta: sii chic' si legge nel video quando Indrissi appare con indosso un lungo blazer rosa, occhiali da sole, orecchino al naso e l'hijab in testa. Parlando con 'Fusion' della campagna, la modella ha detto di aver iniziato a indossare il velo a 17 anni: "Si ha spesso l'impressione che le donne che scelgono di portare l'hijab siano ignorate dalla moda - ha detto - quindi è sorprendente che un marchio grande come H&M riconosca il nostro modo di indossare il velo".

Al via, tra le bandiere, le sfilate di Parigi

 
Al via, tra le bandiere, le sfilate di Parigi


 
 

Parte oggi la settimana della moda francese che, fino a mercoledì 7 ottobre, ospiterà a Parigi oltre 90 défilé in calendario (a Milano sono state una settantina). Tra le sfilate più attese, il ritorno della storica maison Courrèges, in calendario domani con il debutto dei nuovi direttori creativi Sébastien Meyer e Arnaud Vaillant. Il Comune di Parigi promuoverà la creatività francese con la campagna La mode aime Paris, slogan presente su poster e bandiere posizionati lungo gli Champs Elysées. Contemporaneamente, da domani, la Torre Eiffel sarà illuminata con i colori della Paris fashion week durante le sfilate serali.
Chanel, Dior, Saint Laurent, Louis Vuitton, Céline e i consueti grandi brand francesi presenteranno le proprie collezioni primavera/estate 2016. Assente Givenchy che ha eccezionalmente sfilato a New York. Valentino, Giambattista Valli e Miu Miu terranno alta la bandiera italiana, mentre per l’Inghilterra scenderanno in passerella Stella McCartney e Alexander McQueen. Addio ad Alexander Wang da Balenciaga, dopo poco più di due anni il brand del gruppo Kering saluta lo stilista americano con la sfilata di venerdì 2 ottobre.


28 settembre 2015

Perry Ellis: Hubert Blanc responsabile dello sviluppo in Europa Continentale



Il gruppo statunitense Perry Ellis manifesta molte ambizioni sul Vecchio Continente. Lo dimostra la creazione del posto di direttore dello sviluppo del business europeo.

                                                                    Hubert Blanc

Incarico affidato, sotto forma di una prima missione di 18 mesi, a Hubert Blanc, il quale, attraverso la sua struttura RNB, distribuisce già Original Penguin in Francia e si appresta a lanciare il nuovo brand Perry Ellis America nell'Europa continentale.

Il colosso americano (Farah, Original Penguin, Perry Ellis, Callaway Golf…) realizza la gran parte della sua attività in Europa nel Regno Unito, dove del resto si trova la sua sede europea. L’obiettivo è di accrescere le vendite in Italia, Francia, Germania, Spagna e Polonia. In Germania è già stata creata una filiale locale in gennaio.

“Il nostro sviluppo si fonda sul multi-circuito, comprendendo i negozi monomarca, i dettaglianti e i grandi magazzini”, commenta Hubert Blanc.

Il manager ha lavorato per Diesel Francia, dove ha trascorso 13 anni, 9 dei quali come direttore generale della filiale francese del produttore veneto di jeans. Nel 2014 ha creato, insieme al suo ex collega François Ridoret e a Denis Noharet, che in seguito ha abbandonato il progetto, l'entità RNB, che in Francia distribuisce i marchi Original Penguin, Sisley, Montval e Bruuns Bazaar.

Alcantara realizza la capsule collection "The Life of an Alcantara Girl" con Rebecca Moses

 
 
Il marchio Alcantara (ormai da considerare italo-nipponico, visto che la tecnologia e la proprietà sono giapponesi e la manifattura è italiana) sta moltiplicando da alcuni anni le collaborazioni per raccontare un luxury lifestyle contemporaneo. L'ultima iniziativa in questo senso è la capsule collection “The Life of an Alcantara Girl” by Rebecca Moses, costituita da un inventivo mondo onirico di accessori, oggetti di moda e di arredamento d'interni.

Si tratta di un'edizione limitata di pezzi unici che spaziano dalle borse agli accessori, dai più divertenti Charms & Toys all’interior e all’hi-tech, per spaziare su pezzi fashion unici, come lo spolverino dipinto a mano, tracciando idealmente una mappa di tutte le estensioni e infinite applicazioni di un materiale ormai riconosciuto nel mondo come simbolo del lifestyle a 360°. La capsule collection è stata presentata a Milano nel primo Concept Store di Alcantara, in Via Verri 8/Via San Pietro all'Orto, nel cuore del Quadrilatero della Moda, con una disposizione studiata come si trattasse di un’esposizione museale, ed è visibile fino al 28 settembre.

Fondata nel 1972, Alcantara rappresenta sicuramente una delle eccellenze del Made in Italy. Il gruppo italiano con headquarter a Milano e stabilimento produttivo e centro ricerche a Nera Montoro, in provincia di Terni, in Umbria, detenuto dalle società giapponesi Toray Industries (70%) e Mitsui (30%) e guidato dal presidente e CEO Andrea Boragno, da alcuni anni ha cominciato ad orientare la sua strategia verso la proposizione di iniziative molto creative di fashion/lifestyle.

L’azienda lavora con i più grandi produttori di borse al mondo tra Italia e Francia. Nel 2014 ha inoltre collaborato alla realizzazione di braccialetti Swarowski e alla collezione realizzata, appunto in Alcantara, da Yohji Yamamoto per la sua linea Y’s, ma si sta spingendo verso una customizzazione sempre più estrema, che l'ha portata a creare prodotti finiti o componenti di prodotti con i grandi player del settore dell'elettronica di consumo, fino ad arrivare alla moda.

Un nuovo slancio è stato dato in particolare alla linea di prodotti finiti fashion, che il gruppo proponeva già da qualche stagione in collaborazione con giovani stilisti emergenti. La linea ha cambiato nome l'anno scorso chiamandosi semplicemente "A Alcantara" e non più "A di Alcantara" e per la prima volta è stata affidata a un direttore creativo: lo stilista originario di Salerno Bruno Laurenzano, finalista del concorso 'Who’s on Next?' 2009, che è specializzato nelle borse e ha creato il marchio di accessori Villador.

L'Alcantara è un materiale di copertura originariamente sviluppato nei primi anni ‘70 del ‘900 da Toray Industries e il prodotto ha il marchio registrato dalla società con sede in Italia, a Milano. Da allora, l'Alcantara è passato attraverso una serie di trasformazioni che hanno ampliato le sue possibili applicazioni in svariati campi, non solo nei rivestimenti dei sedili delle autovetture, ma anche nel settore in grande crescita dei prodotti elettronici, come le cover per smartphone e tablet, le cuffie e simili, e anche nell’arredamento e nell'interior design (fino ad arrivare al nuovo Panasonic "TX-65CZ950 OLED TV", dal design iper-sofisticato, alla nuova Aston Martin di 007 e agli interni dell’inedito veicolo spaziale ideato dalla Space X di Elon Musk), a seguito della strategia di espansione globale già implementata con successo in Europa, Asia e Stati Uniti.

Il brand Alcantara è già titolare di eventi di moda in città come Milano, Firenze, Los Angeles, Parigi, Pechino e Shangai, così come Tokyo, e dal 2009 è certificato “Carbon Neutral”, avendo definito, ridotto e compensato tutte le emissioni di CO2 legate alla propria attività. Nel 2011 la rendicontazione è stata estesa fino a comprendere l’intero ciclo di vita del prodotto, includendo quindi le fasi di uso e smaltimento (“from cradle to grave”).

MFW: la guerriera metropolitana di Elisabetta Franchi

 
Una guerriera metropolitana, che affronta la città armata di una seduzione aggressive-chic. Determinata e ammaliatrice, la donna Elisabetta Franchi della stagione Spring/Summer 2016 miscela il gusto per i grafismi ai cenni audaci dell’animalier.

L’estetica geometrica che dà vita alla collezione si esprime in raffinati accostamenti nero-cream su top, abiti e sui reverse delle giacche, o in eleganti proposte di capi a righe, per un look sofisticato e di classe. La tendenza animalier si esprime attraverso il leopardo e il falco, evocando una femminilità dal fascino selvaggio.

Dalle trasparenze in tulle alle fenditure oblique che svelano la pelle, fino alle frange lunghissime in eco-camoscio, gli elementi iconici della SS16 evocano il sapore di un’amazzone ribelle: intrecci, stringhe e occhielli o scintillanti ricami metallici suggeriscono l’armatura dorata di una moderna Giovanna D’Arco. Cortissimi hot pants a vita alta abbinati a crop top e micro-giacche svelano i punti chiave della seduzione femminile.
Elisabetta Franchi, PE 2016

Bucket bag ricche di frange e micro borse sono le proposte che completano gli outfit. Per la collezione shoes, si impongono come protagonisti i sandali al ginocchio percorsi da stringhe, che richiamano ancora il carattere wild della collezione. Ankle boots open toe, dal tacco medio, sono le proposte da indossare di giorno.

I colori protagonisti della stagione sono il nero, sensuale e potente, e il tabacco, che rievoca i toni della terra. Il primo, da abbinare a un raffinatissimo cream, e il secondo affiancato al candido avorio. Nuovo in collezione un profondo blu iris. Non sono mancati i toni must della maison: nudo - simbolo della sensualità - e rosso lampone, icona della femminilità.

Luisa Spagnoli: doppio debutto in USA e Cina

Il futuro di Luisa Spagnoli è sempre più internazionale. La nuova visione globale del brand orientata verso i mercati esteri gioca un ruolo fondamentale per l’espansione commerciale e il rafforzamento del marchio.
www.luisaspagnoli.it

Dopo essersi diffusa nel Medio Oriente e nell’Europa dell’Est, mercati in cui l’azienda di Perugia ha conquistato una solida presenza con punti vendita, monomarca di proprietà e in partnership con soci locali, Luisa Spagnoli sposta le sue mire verso altri due mercati strategici: gli USA e la Cina.

Come spiegato a FashionMag dalla dottoressa Nicoletta spagnoli, in Cina il marchio perugino sbarcherà alla fine di quest’anno: aprirà a Shenzhen, una delle più moderne città della costa meridionale, uno store pilota, che dovrebbe dare il via a una fitta serie di aperture in tutta la nazione. E’ confermato per inizio marzo 2016 il battesimo del mercato statunitense con la prima boutique in California, a Palo Alto, cuore economico della Silicon Valley. Lo “Stanford Shopping Center” accoglierà il primo negozio, aperto in partnership con un operatore locale.

La spinta verso nuovi mercati, non distoglierà l’attenzione da altri poli di interesse consolidati del brand: a Londra è in corso la ricerca di una location per l'apertura del primo flagship store a gestione diretta della capitale inglese.

Spostandosi nel Medio Oriente, dopo l'opening nel 2014 di un monomarca all'interno dell'“Al Hamra Luxury Center”, è in previsione l'apertura di una seconda boutique in Kuwait all'interno di “The Avenues Mall”, il più grande e prestigioso centro commerciale di Kuwait City.

Luisa Spagnoli è attualmente presente in Italia con 152 boutique di proprietà e all’estero con 51 monomarca e 73 multibrand (dislocati in 47 nazioni, tra le quali: Armenia, Albania, Arabia Saudita, Azerbaigian, Bahrain, Bielorussia, Bosnia, Bulgaria, Canada, Emirati Arabi Uniti, Estonia, Germania, Kazakistan, Iran, Libano, Repubblica Ceca, Russia, Ucraina, Kuwait, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Sudafrica, Ungheria e Uzbekistan).

Il turnover 2014 del marchio di prodotti di lusso accessibile ha toccato i 125,5 milioni di euro; la quota export rappresenta attualmente il 10% del fatturato complessivo.

L’orientamento all’esportazione di Luisa Spagnoli fa parte della storia recente dell’azienda, che si è tradizionalmente rivolta al mercato nazionale attraverso una rete di monomarca a gestione diretta. Il sempre maggiore gradimento riscontrato dal marchio all’estero, testimoniato anche dal successo del canale e-commerce fuori dai canali nazionali, ha rivelato grandi margini di crescita oltreconfine.

el corso dell’ultimo anno si sono susseguite diverse nuove aperture di monomarca in società con partner locali consolidando la presenza dell’azienda umbra nell’Europa dell’Est e in Medio Oriente: in giugno Sofia, a luglio Teheran e ad agosto Beirut e Debrecen, in Ungheria.



10 Corso Como evita la liquidazione

Per 10 Corso Como, si allontana la minaccia del fallimento. Il concept store milanese annuncia attraverso un comunicato di aver trovato un accordo con Equitalia, che aveva depositato la settimana scorsa una domanda di messa in liquidazione presso il tribunale di Milano per Dieci Srl, la società che detiene il celebre multimarca fondato da Carla Sozzani, per imposte non pagate.
Carla Sozzani, la fondatrice de Corso Como 10

L’accordo "definisce positivamente il contenzioso in corso tra le due parti, con l'impegno da parte di entrambe a rinunciare rispettivamente a portare avanti il procedimento giudiziorio", indica la nota. Equitalia reclamava a 10 Corso Como 4,67 mln di euro, una somma che sarà riprogrammata per il pagamento.

Il Colette italiano, resta dunque in piedi, anche se la situazione del mercato italiano non è delle migliori per questo genere di attività. La società di Carla Sozzani ha visto il suo fatturato passare da 6,3 a 5,6 mln di euro tra il 2013 e il  2014.

Parallèlement, ses pertes nettes se sont creusées sur la même période passant de 637 000 à 709 000 euros, tandis que l’endettement de Dieci srl s’élevait à 11 millions d’euros au 31 janvier 2015.

Dominique Muret (Versione italiana di Ilaria Ricco)

15 settembre 2015

Fendi, prima alleanza con un ristorante



Fendi, prima alleanza con un ristorante
Palazzo Fendi prima del restauro
 
Prima partnership tra Fendi e un’insegna della ristorazione. La maison romana ha stretto un accordo con Zuma, locale di cucina giapponese moderna fondato da Rainer Becker, per l’apertura di uno spazio all’interno di Palazzo Fendi a Roma nella primavera del 2016. Il ristorante, situato in largo Goldoni con ingresso dedicato in via di Fontanella Borghese, occuperà due interi piani del palazzo con tanto di terrazza.
Fondato a Londra nel 2002, Zuma conta già all’attivo nove ristoranti nel mondo in città come Londra, New York e Hong Kong. Il tandem con la griffe che fa capo a Lvmh segna la prima apertura del gruppo in Italia.
Entro la fine dell’anno, Fendi inaugurerà anche il Palazzo della civiltà, nuovo headquarter romano della maison, e porterà a termine i lavori di ristrutturazione proprio di Palazzo Fendi.
 

Barbie si mette in mostra al Mudec



Barbie si mette in mostra al Mudec

Dal 28 ottobre al 13 marzo 2016, il Museo delle Culture di Milano (Mudec) dedicherà alla bambola più famosa del mondo una mostra, curata da Massimiliano Capella, intitolata “Barbie. The icon”.
Barbie, dal 1959, data in cui è nata, esattamente il 9 marzo, ha fatto mille carriere, è andata sulla luna, è ambasciatrice Unicef, ha indossato 1 miliardo di abiti per 980 milioni di metri di stoffa diventando un simbolo senza tempo.
La rassegna sarà articolata in 5 sezioni e preceduta da una sala introduttiva, Who is Barbie, dove si troveranno i 7 pezzi rappresentativi per decadi dal 1959 ad oggi, oltre la time line, le curiosità, i numeri e il making off globale di Barbie.
La prima sezione, “Barbie è la moda“, è dedicata a un aspetto centrale della vita della bambola, la moda. Seguono poi le aree dedicate alla “Barbie family”, alle “Dolls of the world”, alle “Barbie Careers” e la sezione “Regina, diva e celebrity, Barbie icona globale” che racconta come nel tempo si sia identificata e confrontata con molte delle eroine dei suoi tempi.

A Parigi il negozio McQueen più grande



A Parigi il negozio McQueen più grande
Un abito esposto alla mostra Savage Beauty.
 
 
Alexander McQueen (Gruppo Kering) apre oggi il suo primo store parigino, il più grande al mondo con oltre 1.600mq su due livelli, nella prestigiosa Rue Saint-Honoré. Nonostante il brand inglese presenti da quattordici anni le sue collezioni nella capitale francese, non era ancora in città con un monomarca. Per celebrare l’apertura, riporta Wwd, verrà organizzato un evento durante l’imminente Paris Fashion Week. Lo store ospiterà la collezione femminile e maschile oltre a calzature, accessori e prodotti in limited-edition riservati solo al canale retail.

Tommy Hilfiger sfila su Twitter



Tommy Hilfiger sfila su Twitter
Tommy Hilfiger (da it.tommy.com)
 
 
La sfilata di Tommy Hilfiger, che avverrà oggi a New York, sarà supportata da Twitter Halo, nuovo strumento di Twitter che tramite un device multicamera permetterà di trasmettere live immagini dell’evento a 360 gradi. Il nuovo strumento di Twitter debutterà oggi a fianco della collezione primavera/estate 2016 di Tommy Hilfiger.
Per il marchio, collaborare con Twitter non è una novità tanto che, la scorsa stagione, aveva usufruito di Twitter Mirror: un dispositivo fisso tramite cui era possibile scattarsi un ‘selfie’ e condividerlo in tempo reale sul social network.

La passerella Versace cambia location



La passerella Versace cambia locationVersace autunno-inverno 2015-16.
 
 
Versace cambia abitudini. La sfilata primavera-estate 2016, in programma venerdì 25 settembre, non si svolgerà, come di consueto, nello storico palazzo in via Gesù, ma nei locali del CityLife Palace in Piazza VI Febbraio. Lo riporta il calendario divulgato dalla Camera Nazionale della Moda Italiana. La maison aveva precedentemente sfilato in Piazza Vetra, nel Teatro Versace e, anni addietro, in Piazza Affari prima di stabilizzarsi all’interno dell’ampio cortile della residenza di Gianni Versace per presentare le sue collezioni prêt-à-porter.

Tiffany premia la Pennetta agli Us Open

 
E’ una creazione Tiffany & Co. il trofeo della competizione tennistica  Us Open vinta da Flavia Pennetta. Il brand di alta gioielleria realizza la coppa, disegnata per la United States Tennis Association, da oltre 25 anni nel suo laboratorio di Rhode Island.
La coppa, che richiede 5 mesi di lavorazione artigianale, riporta incisi i nomi dei vincitori delle edizioni passate con la relativa data di premiazione e con il nome del torneo. Successivamente viene inciso il nome dell’ultimo premiato.
Tiffany realizza, inoltre, gli Us Open Series Trophy consegnati al miglior giocatore maschile e femminile durante i tornei estivi Us Open Series.
La griffe firma premi anche per altre competizioni internazionali quali, il Vince Lombardi Trophy for the National Football League, il National Basketball Association Larry O’Brien Championship Trophy, il Major League Baseball’s World Series Trophy e il Pga Tour FedExCup Trophy.
 
 
Tiffany premia la Pennetta agli Us Open
Flavia Pennetta con la coppa firmata Tiffany agli US Open
 

La svolta di Givenchy conquista New York

 
 
 
 
Givenchy by Riccardo Tisci primavera/estate 2016.
Alla svolta pop di Givenchy c’erano tutti. La sfilata evento di Givenchy by Riccardo Tisci in calendario venerdì al tramonto, ha aperto le porte a oltre mille spettatori, segnando un precedente per le passerelle di moda. L’occasione, tuttavia, non ha impedito la raccolta di un numero abbondante di Vip. Tra questi, Bernard Arnault, CEO di Lvmh, Julia Roberts, Uma Thurman, Petro Almòdovar, Christina Ricci oltre, caso raro, a una lunga lista di designer tra cui Jeremy ScottDean e Dan Caten, Alexander Wang, Vera Wang, Teresa e Margherita Missoni. La sfilata è stata preceduta da una performance dell’artista Marina Abramovic e succeduta da un mega party.
Givenchy ha caratterizzato una settimana della moda newyorkese che ha visto, finora, un tripudio di feste ed eventi. Come di consueto, ad alternarsi sulle passerelle, grandi nomi e marchi emergenti in parte spodestati dal susseguirsi di numerosi party frequentati da celebrity di serie A.
Marc Jacobs ha organizzato una festa per il lancio del libro “Gloss: The Work of Chris von Wangenheim”, un pretesto per radunare amici musicisti, socialite e drag queen fino a notte fonda. Rihanna ha allestito presso il New York Hotel una festa per festeggiare la fashion week con la partecipazione di rapper, modelle e stilisti. Al termine della sfilata di Alexander Wang è stato dato il via all’evento per celebrare i primi dieci anni del marchio con uno stuolo di popstar capitanate da Lady Gaga. Altri party sono stati organizzati da Moncler, Bergdorf Goodman, il fotografo Patrick Demarchelier, Vogue Us e l’attrice Blake Lively.
 
La svolta di Givenchy conquista New York

04 settembre 2015

Francesco Scognamiglio apre il capitale sociale al malese Johann Young

 

Francesco Scognamiglio apre il proprio capitale a denaro malese. Si tratta dell'imprenditore Johann Young, amico di lunga data dello stilista napoletano, investitore attivo in vari settori. Young ha acquisito una quota del 30% della casa di moda italiana, per un importo che non è stato divulgato.
La campagna di Francesco Scognamiglio per l'estate 2015 - Francescoscognamiglio.it

La notizia, svelata da “MF Fashion”, è stata confermata dall'azienda, che ha fatto sapere che formalizzerà l'accordo alla vigilia della Settimana della Moda di Milano. Questo apporto di risorse consentirà a Francesco Scognamiglio di accelerare lo sviluppo del proprio brand di prêt-à-porter ed accessori femminili e di lanciare una linea di alta moda, progetto che gli sta particolarmente a cuore.

Nel 2014, lo stilista ha creato la propria maison indipendente, concludendo la collaborazione con l'azienda lombarda Kabi, che produceva su licenza la sua linea di ready to wear. Scognamiglio ha collocato il proprio studio-laboratorio in Via Borgonuovo, nel cuore di Milano, all'interno di un edificio storico del XVIII secolo, e nel 2014 ha ottenuto un fatturato di 5 milioni di euro.

Nato 39 anni fa a Pompei, lo stilista ha iniziato la sua carriera da Versace, prima di lanciare il proprio marchio nel 2000. Nel 2001, Francesco Scognamiglio sfila per la prima volta a Milano. Ma è nel 2008 che il suo business decolla, dopo il suo incontro con Madonna. Da quel momento, tante celebrità sono state attratte dal suo stile sexy-couture ricco di pizzi che gioca sulle trasparenze.

Dominique Muret (Versione italiana di Gianluca Bolelli)