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03 maggio 2013

Le aziende italiane puntano a fiere “multi-servizio”

La fiera resta malgrado la crisi uno strumento di promozione imprescindibile per le aziende italiane e sicuramente lo strumento più efficace per svilupparsi nei mercati esteri. Queste le conclusioni di un sondaggio realizzato recentemente dall’istituto milanese Ispo presso 400 aziende espositrici per conto delle società che organizzano le fiere di Milano, Verona, Bologna e Rimini.


La prima edizione del salone della calzatura TheMicam a Shanghai

Per il 94% delle aziende intervistate, “le fiere sono il canale più efficace per promuovere le proprie attività economiche all’estero”. Le associazioni di categoria arrivano al secondo posto - sono considerate “utili” solo per il 50% degli imprenditori -, seguite dalle Camere di commercio (41%), mentre ambasciate e consolati convincono solo il 31% degli intervistati sulla loro reale capacità a promuovere il Made in Italy.

Per la maggioranza delle aziende intervistate (92%) le fiere servono innanzitutto ad aumentare la visibilità tra i compratori esteri e a creare opportunità di business. Per l’84% le fiere servono anche a creare sinergie tra le imprese di una stessa filiera merceologica per approdare sui mercati esteri.

"Il risultato più interessante è il cambio di prospettive. Le aziende vedono le fiere sempre più come dei veri e propri partner. Si aspettano che vengano forniti loro servizi pre e post-fiera che vanno oltre il periodo di esposizione. C’è molta attesa anche rispetto ad ulteriori servizi, in particolare dati che permettano alle aziende di selezionare i mercati esteri più adattati ai loro prodotti, nuovi clienti e nuovi fornitori", spiega Emanuela Carimati, che ha coordinato l’indagine.

TheMicam Shanghai

L’importanza delle fiere non si esaurisce nel sostegno all’export, ma si misura in molteplici campi: nella presentazione delle innovazioni (94%), nella promozione delle filiere (89%), nell’incremento dei contatti e della rete di fornitori e buyer (89%), nell’aumento degli ordini e del giro di affari (87%), nella possibilità di intercettare le nuove tendenze del mercato (90%).

“C’è una grande richiesta di supporto verso gli organizzatori di saloni, che le società considerano quasi come dei consulenti, anche perché il sostegno delle istituzioni come l’ICE, l’agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione, è stato ridimensionato. Bisogna vedere come le fiere riusciranno a rispondere a queste nuove esigenze e a cogliere queste opportunità che mettono in campo investimenti ed energie”, sottolinea la ricercatrice.

Qualche fiera, come TheMicam, il salone di riferimento della calzatura, si sta già orientando in questa direzione. Per la sua prima edizione a Shanghai, TheMicam ha puntato molto per esempio su seminari mirati per offrire alle aziende un corollario di informazioni tecnico-giuridiche-commerciali sulle dinamiche del mercato locale.

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