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20 febbraio 2014

Prada presenta un nuovo capitolo del progetto ‘Iconoclasts’


Il 20 febbraio, durante la settimana della moda di Milano, Prada presenta un nuovo capitolo del progetto ‘Iconoclasts’. Per questa edizione, Edward Enninful interpreterà gli spazi Prada donna e uomo di Via Monte Napoleone ispirandosi all’energia creativa e allo spirito della ‘Harlem Renaissance’.

Ecco come sarà interpretato lo spazio donna della boutique Prada


Nel 2009, quattro famosi fashion editor si erano occupati dell’identità visiva dei negozi Prada in quattro capitali della moda, applicando il proprio senso dello stile e del racconto alla presentazione della collezione Primavera/Estate 2009.

Alex White aveva dato il via al progetto ‘Iconoclasts’ con un personale allestimento dell’Epicentro Prada di New York, seguito da Katie Grand, che si era dedicata al punto vendita londinese di Old Bond Street, e da Olivier Rizzo, che si era concentrato sul negozio di Via Monte Napoleone a Milano. Infine, Carine Roitfeld aveva concluso il ciclo di appuntamenti interpretando il negozio parigino di avenue Montaigne.

Negli anni ’20, la cosiddetta ‘Harlem Renaissance’ ha rappresentato un momento di esplosione artistica e culturale per la comunità afroamericana degli Stati Uniti. Louis Armstrong, Billie Holiday, Josephine Baker ed Ella Fitzgerald sono alcuni dei nomi di spicco di un periodo in cui nell’aria si respiravano un nuovo spirito creativo e musica jazz.

Quest'anno, in entrambi gli spazi Prada di Via Monte Napoleone, manichini bianchi e neri - ospiti di un immaginario club anni ’20 – saranno vestiti mixando capi della collezione Primavera/Estate 2014 con look d’archivio.

Ecco come sarà interpretato lo spazio uomo della boutique Prada


Il negozio dedicato alle collezioni femminili sarà trasformato in un bar art-déco, con un’atmosfera in stile Harlem, mentre tavoli da gioco e un trio jazz blues animeranno lo spazio uomo. All’interno di entrambi i negozi saranno presentati alcuni scatti di un servizio fotografico realizzato da Emma Summerton e Edward Enninful per l’occasione.

“Il lavoro di Miuccia Prada nasce sempre da una conversazione. Partendo da questo concetto ho esplorato, per l’edizione 2014 di ‘Iconoclasts’, la ‘Harlem Renaissance’, un’epoca di pensieri originali in cui menti creative ispirarono e fecero propria una nuova identità culturale, e mi è parso un universo appropriato per presentare la collezione Prada di questa stagione”, spiega Edward Enninful parlando del progetto.

L’allestimento sarà visibile fino al 24 febbraio. Due giorni dopo, il progetto prenderà vita all’interno del nuovo negozio Prada a San Pietroburgo, per poi proseguire con successive tappe nel corso dell’anno.


Ferrari è il brand più influente al mondo



Il marchio del Cavallino rampante si aggiudica il titolo di brand più "powerful", ossia influente al mondo, secondo l'annuale classifica di Brand-Finance. Il marchio della casa automobilistica modenese ha superato quello della Coca Cola, 2°, della società finanziaria PWC, 3°, e addirittura il marchio di Google, finito al quinto posto e quello della Walt Disney in decima posizione. La classifica riguarda i 500 marchi più influenti al mondo ed era già stata capeggiata dalla Ferrari lo scorso anno.

Foto: Ansa


Secondo Brand-Finance, "il Cavallino rampante su sfondo giallo è immediatamente riconoscibile in tutto il mondo anche dove non ci sono ancora le strade. Nel suo paese natale e tra i suoi molti ammiratori in tutto il mondo la Ferrari ispira molto più della lealtà al brand, più di un culto e una devozione quasi religiosa". Nonostante quello della Ferrari sia il marchio più influente al mondo, in termine di valore, prosegue Brand-Finance, il marchio si piazza in 350esima posizione con un valore di 4 miliardi di dollari.

Nelle prime dieci posizioni per influenza del marchio, in quarta posizione si è classificata la società finanziaria americana McKinsey, seguita da Google, da Unilever, da Hermès, da Rolex, da Red Bull e dalla Walt Disney.

Assocalzaturifici FN Platform: appuntamento USA con il Made in Italy




Assocalzaturifici FN Platform: appuntamento USA con il Made in Italy


Assocalzaturifici porta 20 aziende a Las Vegas dal 18 al 20 febbraio con le collezioni autunno/inverno 2014-2015 presso il Las Vegas Convention Center.

La manifestazione è aperta a tutti i segmenti qualitativi di prodotto fine e mediofine delle calzature e pelletteria made-in-Italy e rappresenta un vero punto di incontro dell’intera area nord americana: in ogni edizione accoglie, infatti, più di 600 espositori con un totale di circa 1.600 marchi e un’affluenza pari a 5.000 operatori.

New York Industrie riparte da Milano


New York Industrie riparte da Milano. Il marchio di pret-à-porter italiano fondato nel 1977 da Alberto Biani si prepara al rilancio con Fabrizio Lenzi, titolare dell'azienda veneta Paci, che da circa tre anni ha rilevato il brand, che ha fatto parte del gruppo Staff International per quasi 20 anni, dal 1984 al 2003.
Foto: newyorkindustrie.it

"In quegli anni disegnavo le mie collezioni ispirandomi a New York Industrie - racconta Lenzi - tanto che avevo arruolato due giovani designer che venivano dal quel team. Oggi mi sono comprato un sogno".

Con Paci, il marchio punta a ritrovare lo smalto dei decenni scorsi, ricordato dalla nuova collezione presentato nello showroom di Via Fiamma. Frutto di quello stile che andava tanto negli anni 80/90, che rivisitava il vintage e faceva ricerca nei mercatini dell'usato, ci sono parecchi richiami. Ci sono i pantaloni stile 'Beirut', stretti in fondo con lo spacchetto alla caviglia, quelli che nessuna donna si faceva mancare all'epoca. Ci sono poi i coordinati gessati e le giacche night&day, e i cappotti iper femminili con scolli profondi. Tutto nasce nel segno di una rivisitazione del maschile in chiave femminile, in piena armonia con il DNA di New York Industrie.

Oltre allo showroom, a Milano il brand aprirà entro la fine del 2014 un monomarca, un canale che affiancherà la vendita nei principali multimarca italiani. Dopo Milano, e in seguito all'accordo stretto la stagione scorsa con la Sanki per il Giappone, sul fronte della distribuzione ci sono ancora due ipotesi: "Trovare partner diretti nei singoli Paesi - ha spiegato Lenzi - oppure affidarci a un grande showroom con sedi in Francia e in Italia".

Firenze e Milano: un asse comune per la moda Uomo



Creare sinergie e fare squadra. Questa la nuova parola d'ordine delle istituzioni del Made in Italy, che serrano sempre più le fila per recuperare terreno nei confronti delle altre roccaforti internazionali del fashion, come Parigi e Londra. Pitti Uomo, salone di riferimento per l'abbigliamento maschile, e la Camera nazionale della Moda Italiana (CNMI) stanno lavorando ad un progetto "forte e importante" per attivare un collegamento fra i vari appuntamenti fiorentini e milanesi e creare, già da gennaio 2015, una "settimana della moda Uomo in Italia".

Diesel Black Gold, che di solito sfila a Milano, ha scelto le passerelle di Pitti Uomo lo scorso gennaio

L'obiettivo è quello di raggiungere innanzitutto un accordo con Parigi e Londra per concordare un calendario che soddisfi tutti, senza sovrapporsi alle date degli uni o degli altri come avviene oggi tra Londra e Firenze. Esasperati dall'atteggiamento del British Fashion Council, che ha posizionato la sua Fashion Week maschile intorno 6 gennaio sovrapponendosi in parte a Pitti Uomo, gli organizzatori del salone fiorentino hanno annunciato lo scorso anno la loro intenzione di far debuttare le tre edizioni invernali di Pitti Uomo per il triennio 2015-17, sempre all’8 gennaio. Una decisione che ha messo in difficoltà a sua volta la Fashion Week maschile di Milano.

I dirigenti di Pitti Immagine, il presidente della Camera di Moda Italiana Mario Boselli e il suo omologo francese Didier Grumbach si sono già incontrati più volte per discutere della questione. "Sono previsti altri incontri. L'obiettivo è quello di ricomporre le date per decidere un calendario internazionale coerente, che slitterebbe di una settimana ogni 6 o 7 anni come avveniva in precedenza. Adesso stiamo cercando di metterci d’accordo con Milano e Parigi. Poi incontreremo anche Londra, probabilmente in aprile", indica il presidente di Pitti Immagine Gaetano Marzotto.

"Stiamo lavorando ad una soluzione con delle date che piacciano a tutti e che sia condivisa da noi tre. Londra deciderà in seguito quello che vuol fare," conferma Mario Boselli.

"Milano è forte, ma non quanto Parigi e Londra. Purtroppo abbiamo giocato la partita in modo separato negli ultimi anni. Ora vogliamo riunire le nostre forze per dare maggiori stimoli ai compratori che vengono in Italia alla ricerca di novità e di brand giovani. L'idea è di creare, già dal prossimo gennaio, una ‘Settimana della moda Uomo’ unica, che si terrà tre giorni e mezzo a Firenze e 3 giorni e mezzo a Milano, con un vero coordinamento e dei co-eventi organizzati tra una città e l'altra. Già in giugno stiamo pensando di proporre una prima iniziativa congiunta", prosegue Gaetano Marzotto.

L'obiettivo è di portare a Milano i 20.000 compratori che fanno tappa a Firenze prima di partire per Parigi. "Di questi 20.000 compratori solo 7-8.000 vengono a Milano. Viceversa alcuni non si spostano a Firenze. Sta a noi trovare i giusti stimoli", conclude il presidente di Pitti Immagine.


MFW: attivisti Greenpeace per dire no alle sostanze tossiche

Evento fuori programma per l'apertura della settimana della moda milanese con attivisti di Greenpeace in azione nella Galleria Vittorio Emanuele, per chiedere alle più importanti case di alta moda di eliminare le sostanze chimiche pericolose dai propri vestiti.


Il cartellone appeso da Greenpeace nella Galleria Vittorio Emanuele di Milano - Foto: Greenpeace

Gli attivisti hanno calato un banner di 100 mq dal soffitto della Galleria, sul quale sono raffigurati la top model russa Eugenia Volodina e un giovane re oltraggiato dalla presenza di sostanze tossiche nei suoi vestiti. Il testo del banner è "Beautiful fashion, ugly lies? #TheKingisNaked". 

Altri attivisti a terra hanno aperto uno striscione con il messaggio "Versace, Detox now!" per chiedere di agire subito. "Abbiamo svelato l'incubo tossico che si nasconde dietro a questi abiti da sogno e chiediamo, insieme a questo piccolo re, vestiti liberi da sostanze tossiche per ogni bambino del pianeta. È arrivato il momento che i grandi marchi come Versace facciano quello che i consumatori e gli appassionati di moda di tutto il mondo stanno chiedendo: eliminare dalla propria filiera le sostanze chimiche pericolose. Valentino e Burberry lo hanno già fatto", dichiara Chiara Campione, responsabile del progetto The Fashion Duel. 

Pochi giorni fa Greenpeace International ha pubblicato un nuovo rapporto che mostra come le stesse sostanze chimiche pericolose usate dai marchi di largo consumo sono impiegate anche dai brand del lusso per produrre capi di alta moda per bambini. Sono venti le aziende che hanno sottoscritto finora l'impegno Detox di Greenpeace, con l'obiettivo di assicurare la trasparenza della filiera, richiedendo ai propri fornitori di pubblicare i dati sugli scarichi delle sostanze chimiche pericolose e azzerare gli scarichi di sostanze chimiche pericolose entro il 2020.

Vogue seleziona nuovi talenti per "The Vogue Talents Corner.com"



Da Sidney a New York, da Kiev a Berlino passando per Doha, Londra e Milano. Ecco le città da cui arrivano gli 11 nuovi talenti della moda selezionati da Vogue Italia e thecorner.com per il progetto "The Vogue Talents Corner.com".
Foto: vogue.it

Le collezioni primavera/estate 2014 dei giovani emergenti sono in mostra a Palazzo Morando dal 19 al 23 Febbraio, in occasione della settimana della Moda di Milano. Inoltre sarà possibile acquistare le collezioni sul portale del gruppo Yoox.

Tra gli stilisti c'è Wadha Al Hajri, nata e cresciuta in Quatar e influenzata dal patrimonio del mondo arabo, che vuol portare le sue collezioni in tutto l'Occidente. Poi c'è il brand tedesco Achtland di Oliver Luhr e Thomas Bentz, mentre da Kiev arriva la stilista Bibi Bevza col brand che porta il suo cognome. Da Londra arriva la stilista Lily Camper e il brand Finlay & Co. (di David Lochhead, Dane Butler, Sam Lawson Johnston e Tom Stannard), lanciato nel 2012, che propone esclusivamente occhiali in legno. Vive a Londra ma ha origini ghanesi la stilista Pyillis Taylor che usa stampe e colori del suo paese d'origine, dove oltretutto produce la collezione.

Tre gli italiani selezionati: c'è il brand di calzature Farewell di Marta Bagante, Giulia Bison e Federico Grassi, oltre al marchio di cappelli e bijoux Sciume, disegnato da Valentina Sciumé. E' nato in Italia ma vive a Sidney (Australia) Nicolò Beretta, che ha lanciato la sua linea di calzature Giannico, prodotte nella zona della Riviera del Brenta. Da Sidney arriva anche Ryan Stoner, mentre hanno origini australiane ma vivono a New York Ramon Martin e Ryan Lobo, stilisti della linea Tome.

14 febbraio 2014

Italia: primi segni di ripresa per la filiera tessile-moda



Il settore della moda italiana è ancora toccato dalla crisi, ma dovrebbe presto vedere la luce in fondo al tunnel. Questo lo scenario delineato con un cauto ottimismo dalla Camera della Moda, giovedì 13 febbraio, in occasione della presentazione del programma della prossima fashion week, che si svolgerà dal 19 al 24 febbraio.


Dolce&Gabbana, collezione primavera/estate 2014


Secondo le previsioni del rapporto "Fashion Economic Trends", realizzato da Hermes Lab per la CNMI, si è registrata, per la prima volta da più mesi, una netta inversione della tendenza congiunturale nel terzo trimestre 2013, con una crescita sia del fatturato (+1,4%) che della produzione (+2,2%) per l’insieme della filiera tessile-abbigliamento. Questo “primo modesto passo verso la ripresa” dovrebbe consentire, secondo le nuove previsioni della Camera della Moda, un rallentamento del calo del settore per l’intero 2013 con un fatturato totale di 59,27 miliardi di euro in flessione dell’1,8% rispetto al 2012, e non più del 2,5% come annunciato lo scorso settembre.

“È ancora presto per parlare di un rimbalzo o di una consolidata ripresa. Per la prima volta in due anni, tuttavia, nel terzo trimestre le vendite sul mercato interno sono state, anche se di poco, migliori rispetto al trimestre precedente”, sottolinea la ricerca. Nei primi 10 mesi del 2013 le vendite del commercio al dettaglio in Italia sono comunque diminuite complessivamente del 2,3% (-2,9% per l’abbigliamento e -3,1% per calzature e pelletteria).

Le vendite all’estero sono invece cresciute, soprattutto verso i mercati extra-UE, ma con una ripresa anche verso i Paesi europei. Le esportazioni italiane della filiera moda dovrebbero raggiungere 45,1 miliardo di euro nel 2013 e 47,5 miliardi nel 2014, secondo le stime della camera della Moda. Questa progressione dell’export continua a far crescere il saldo positivo della bilancia commerciale del settore, che è passato da 11,7 miliardi nel 2010 a 19,2 miliardi previsti nel 2013.

Nei nove primi mesi del 2013 il saldo commerciale della filiera registra un eccedente di 13,7 miliardi di euro. Nello stesso periodo l’export di moda è aumentato del 3,6%, a 34 miliardi di euro. La crescita è trainata dai Paesi extra-UE: Hong Kong (+7,2%), Russia (+6,2%), Stati Uniti (+5,4%) e Giappone (+3,4%). Segnali positivi provengono anche dall’Europa, in particolare dal Regno Unito (+6%). La Francia rimane il primo sbocco dell’Italia per l’abbigliamento, nonché per calzature e pelletteria, e il secondo per il tessile dopo la Germania.

Le previsioni per il 2014 sono piuttosto incoraggianti. Nei primi due trimestri la crescita del fatturato si rafforzerà, sempre grazie alle esportazioni ma con un contributo positivo anche della domanda interna. Il fatturato per l’insieme della filiera tessile-abbigliamento-pelletteria-calzature dovrebbe raggiungere 62,4 miliardi di euro, segnando di nuovo una crescita (+5,4%) dopo due anni in calo, secondo le stime di CNMI. Dal punto di vista della congiuntura economica, l’Italia continuerà a rimanere tra i Paesi in cui la crescita sarà più lenta nel 2014.




J Brand collabora con Simone Rocha



Dopo Christopher Kane, è di nuovo a Londra che la griffe californiana J Brand è andata a trovare la sua nuova collaborazione per il womenswear. Simone Rocha, una delle realtà di sicuro valore della London Fashion Week, che può anche esibire l'alloro vinto come 'Emerging Designer Award' agli ultimi “British Fashion Awards”, è la figlia dello stilista irlandese John Rocha.


Simone Rocha, nuova certezza londinese.


Le sue collezioni sono messe regolarmente in bella evidenza nelle vetrine di Colette e del Bon Marché a Parigi, e arrivano, per la primavera-estate 2014 sugli scaffali della boutique Maria Luisa ai Printemps Haussmann. Le troveremo anche da Dover Street Market, nei grandi magazzini I.T. a Hong Kong e da 10 Corso Como in Italia e in Corea del Sud.

La collaborazione fra J Brand e Simone Rocha sarà presentata alla stampa e ai buyer nel luglio prossimo, per una commercializzazione prevista per fine 2014.

Florent Gilles (Versione italiana di Gianluca Bolelli)

Si chiude Milano Unica: in significativa crescita la presenza di aziende estere (+7,6%)



La XVIII edizione di Milano Unica, salone italiano del tessile, nella quale sono state presentate, a Fieramilanocity, le collezioni di tessuti per la stagione Primavera/Estate 2015 e che ha visto la partecipazione di 398 aziende espositrici, di cui 72 di altri Paesi europei, ha confermato l’importanza di questo appuntamento per l’intero sistema della moda italiano e internazionale.


Milano Unica 18a edizione: Area Trend - "Haute Craft"


A fronte della conferma del numero complessivo di visitatori (circa 19.000), la fiera tessile ha fatto registrare una significativa crescita (+7,6%) del numero di aziende estere che hanno visitato gli stand nel corso della tre giorni milanese dedicata alla promozione dei migliori tessuti e accessori tessili italiani ed europei.

All’inaugurazione della XVIII edizione erano intervenuti Silvio Albini, Presidente di Milano Unica, Diana Bracco, Presidente Expo 2015 S.p.A. e Commissario Generale di Sezione Padiglione Italia, Claudio Marenzi, Presidente di Sistema Moda Italia, Cristina Tajani, Assessore alle Politiche per il Lavoro, Ricerca, Università, Moda e Design del Comune di Milano, e Carlo Calenda, Vice Ministro del Ministero dello Sviluppo Economico, sottolineando, assieme all’esame dei problemi e delle opportunità del comparto, il contributo che la tessitura Made in Italy può dare al successo di Expo 2015.

Nel suo intervento, Silvio Albini aveva sottolineato i segnali di ripresa iniziati nell’ultima parte del 2013 e che stanno proseguendo nel 2014, a partire dagli ordinativi che arrivano alle aziende e dai dati sull’andamento delle esportazioni. Esportazioni che tornano a dirigersi anche verso l’Europa.

L’importanza dell’Europa, ma anche di altri mercati consolidati, è risultata confermata dalla crescita del numero di aziende estere che hanno visitato Milano Unica. Tra le presenze in aumento più significative, in termini percentuali e valore assoluto, sono da segnalare: Germania (+30%), Spagna (+16%), Gran Bretagna (+16%), Svezia (+45%%). Tra i Paesi extra UE invece: Cina (+63%), Federazione Russa (+11%), Turchia (+9%) e Giappone (+13%).

Proprio a partire dalla prossima edizione, il Paese del Sol Levante sarà presente in un’area collaterale con un percorso espositivo ’Osservatorio Giappone’, all’interno del quale le aziende, rappresentanti dell’eccellenza produttiva nipponica, presenteranno tessuti selezionati merceologicamente complementari, ricchi di innovazione e dedicati principalmente alla tecnologia dello sportswear. L’”Osservatorio Giappone” è organizzato da Japan Fashion Week Organization, l’associazione giapponese che riunisce gli industriali tessili e dell’abbigliamento, i fashion designer e i distributori.



Milano Unica 18a edizione: Area Trend - "Smart Basic"


“L’andamento della qualità delle presenze - sostiene Silvio Albini, Presidente di Milano Unica –, che si è registrato in questi tre giorni, è sicuramente il motivo di maggior soddisfazione, come, peraltro, ho avuto modo di registrare tra numerosi espositori. La maggior presenza di buyer provenienti dai nostri più tradizionali mercati esteri, è sicuramente un importante segnale che induce a un moderato ottimismo sul futuro del nostro comparto manifatturiero. Un futuro in cui crediamo investendo sui giovani, in primo luogo nelle nostre aziende, ma anche, come abbiamo fatto in questa edizione, con il progetto “Magazzini Aperti”, dedicato alle scuole di moda, promosso da Regione Lombardia in collaborazione con noi e Piattaforma Sistema Formativo Moda e con l’Area Creatività 'ComOn. VISIONI MUTEVOLI'”.

“L’Europa non è ancora il nostro mercato domestico - aggiunge il Presidente di Milano Unica -, perché troppe sono le diversità, non solo culturali, che caratterizzano i mercati dei singoli Paesi europei, ma è sicuramente un mercato a cui dobbiamo continuare a prestare grande attenzione, sostenendo, per quanto ci compete, gli sforzi di integrazione. Tra le presenze più significative, voglio inoltre ricordare quelle ancora in crescita delle aziende cinesi, nonostante che fra meno di tre settimane saremo a Shanghai per Milano Unica Cina con 125 espositori ‘Made in Italy’ di alta gamma”.

“Da ultimo - conclude Silvio Albini – voglio sottolineare lo straordinario successo della serata al Teatro alla Scala per la "Lucia di Lammermoor" di Donizetti. A conferma che Milano Unica è e vuole continuare ad essere anche un appuntamento collegato alla miglior produzione culturale del nostro Paese”.

“Il bilancio di questa edizione - ha commentato Massimo Mosiello, Direttore Generale di Milano Unica, alla guida operativa della manifestazione tessile-accessori sin dalla prima edizione - non può non partire dal gradimento incontrato tra visitatori, giornalisti ed espositori dei grandi cambiamenti strutturali e merceologici del percorso espositivo di 'Moda In'. Un lay out caldo, avvolgente che ha sicuramente contribuito a far percepire la più generale propensione del nostro settore alla creatività e all’innovazione. Una propensione che ribadiremo nel corso della quinta edizione di Milano Unica Cina, che si svolgerà a Shanghai dal 3 al 5 Marzo 2014, nella quale, assieme al Comune di Milano, porteremo anche il messaggio di Expo 2015. Un ringraziamento particolare va all’Agenzia ICE che ha accompagnato, con il proprio supporto economico e professionale il processo di internazionalizzazione della manifestazione dal suo esordio, coinvolgendo oltre 500 operatori e giornalisti di tutto il mondo. L’appuntamento per la prossima edizione, che presenterà le collezioni Autunno/Inverno 2015-16, sarà, dal 9 all’11 settembre 2014, ancora al Portello di Fieramilanocity”.


Première Vision Pluriel: 1.771 espositori comporranno l'offerta dei sei saloni


Dal 18 al 20 febbraio prossimi, alla fiera di Villepinte, 1.771 società comporranno l'offerta dei sei saloni di Première Vision Pluriel, contro le 1.742 unità presenti un anno prima. Appuntamenti che condivideranno in particolare i due percorsi 'Pluriel Experts Trails', rispettivamente dedicati uno ai materiali per le calzature e l'altro allo streetwear nelle sue varie forme.


re Vision annuncia la presenza di 740 espositori, in leggera progressione rispetto a febbraio 2013. Oltre agli habitué, il salone della maglieria e dei tessuti annuncia la presenza di 25 nuovi arrivi, 15 dei quali sono tessitori venuti da Europa e Asia. L'offerta sarà quindi composta da un 46% di tessitori, contro un 15% di filatori e un 39% di studi. L'appuntamento ospiterà per la quarta volta lo spazio 'Knitwear Solutions', che riunirà un ventina di magliai e filatori. 'Maison d’Exception', dedicato ai laboratori e agli artigiani in possesso di capacità di raro know-how, terrà invece la sua terza edizione con 19 aziende, presentate in uno spazio accessibile esclusivamente su invito.

L'appuntamento delle fibre e dei filati Expofil, riceverà invece 40 aziende, fra le quali cinque al debutto, e alcuni ritorni. Un'offerta per il 68% europea, per il 18% asiatica e per il 10% americana.

Circa 197 studi si troveranno all'Indigo. Il salone del design e della creazione di abbigliamento ottiene così una progressione del 18% rispetto all'anno scorso. I britannici formeranno ancora una volta la maggior parte dell'offerta (42%), davanti alla Francia (18%), all’Italia (14%) e agli Stati Uniti (10%). La manifestazione accoglierà 22 nuovi partecipanti, 20 dei quali provenienti dal Vecchio Continente. Gli organizzatori sono piuttosto soddisfatti della presenza di 11 scuole di design, e di 13 studi specialisti della maglieria.



Quattordici nuove aziende arrivano a Modamont, portando l'offerta del salone di forniture e accessori a 293 espositori. Ora vicino diretto di Première Vision, l'appuntamento sarà composto per il 51% da aziende italiane, contro il 18% di francesi e l'8% di tedesche. Inoltre, va a dotarsi di una nuova scenografia per i suoi forum d'informazione moda, mentre è annunciata una messinscena spettacolare per lo spazio 'Jewel Case', collocato ancora una volta nella prima parte del salone.

Appuntamento della confezione moda ora gestito da Première Vision SA, Zoom by Fatex annuncia la presenza di 127 confezionisti, 15 dei quali sono nuovi. L’Euromed resta ben rappresentato, con in testa ai Paesi espositori il Marocco (25% delle aziende), l'Ungheria (20%), la Tunisia (12%) e il Portogallo (11%). Il tutto con un'offerta che è per la stragrande maggioranza rivolta verso il prêt-à-porter, ma senza dimenticare l'accessorio, con prodotti rivolti sia alla donna (36%), che all'uomo (29%), al bambino (19%) e al bebè (16%).



Per la sua 26a edizione, Le Cuir à Paris ospiterà 350 espositori. L'evento dei professionisti della pelle e della pellicceria attende infatti 22 nuovi venuti, incrementando così del 23% la superficie occupata nel padiglione 3. Come il suo vicino Modamont, l'appuntamento avrà una presenza per la maggior parte italiana (63%), collocata davanti a quella francese, spagnola e turca. I turchi vanno a rafforzare ancora una volta la loro presenza, con un aumento del 24% rispetto a febbraio 2013.

Dal 14 al 16 febbraio 2013, Première Vision Pluriel aveva ospitato 58.000 professionisti internazionali, in crescita del 5,8%.

Matthieu Guinebault (Versione italiana di Gianluca Bolelli)



Bulgari chiude la vertenza col fisco



Bulgari chiude la controversia col fisco e versa nelle casse dello Stato 42 milioni di euro. A confermarlo è la maison del lusso con un comunicato. 



Il gruppo, ha spiegato, "ha deciso di chiudere la controversia con il versamento di 28 milioni di imposte più interessi e sanzioni per un totale di circa 42 milioni, evitando così un lungo ed oneroso contenzioso su una questione interpretativa obiettivamente incerta".


Il Gruppo Salvatore Ferragamo continua la lotta contro la contraffazione



Il Gruppo Salvatore Ferragamo ormai da tempo sta conducendo una battaglia agguerrita in tutto il mondo contro la contraffazione che assedia da molti anni i marchi più prestigiosi del lusso. La lotta comincia a registrare i primi successi grazie anche a legislazioni, locali e internazionali che, gradualmente, prendono coscienza della gravità del problema e si ammodernano, dotandosi di strumenti per difendere i diritti di chi subisce l’azione di pirati e imitatori.


Una boutique Salvatore Ferragamo


In particolare, Internet, che è ormai diventato un canale di primaria importanza per chi traffica in prodotti contraffatti, è al centro delle ultime azioni legali intraprese da Salvatore Ferragamo, Maison storicamente fra le più colpite dal fenomeno.

Negli ultimi mesi, l’azienda è, infatti, riuscita a scoprire e a bloccare 345 siti usati per “attirare” potenziali acquirenti di merci contraffatte, riuscendo a recuperare 91 nomi a dominio a componente “Ferragamo”.

Chi si dovesse imbattere in questi domini fasulli viene, quindi, ora rimandato automaticamente a una pagina di legittima proprietà della Società, che avvisa della truffa e reindirizza verso i canali di vendita autorizzati. Inoltre, in molti casi è stato ottenuto il blocco degli account Paypal, collegati a questi siti pirata.

Oltre a ciò, il gruppo sta sorvegliando 33 piattaforme di e-commerce a livello mondiale ed è riuscito a far rimuovere il 79% di aste di prodotti contraffatti e a far sequestrare e ritirare dal mercato merce contraffatta per un equivalente di oltre 3 milioni di dollari americani, equivalenti a più di 15 milioni di dollari americani di prodotti originali.

A supporto di queste vittorie ottenute “sul campo”, la maison è, inoltre, impegnata in una poderosa azione legale contro i proprietari di tali domini e profili pirata: recentemente, infatti, la Corte del Tribunale del distretto meridionale di New York, presso cui la Maison fiorentina aveva iniziato un’azione civile contro 15 titolari di complessivi 95 nomi di dominio che usurpavano il prestigioso marchio e che commercializzavano prodotti contraffatti, ha emesso una sentenza con la quale ha riconosciuto la sussistenza di un danno di oltre 4 mln di dollari a favore del gruppo.

“In quest’ultimo periodo abbiamo iniziato una serie di azioni anche in Cina, dove abbiamo già vinto una causa civile nei confronti di un hotel di alto livello il cui negozio vendeva prodotti contraffatti. Abbiamo, inoltre, ottenuto il sequestro e la distruzione di oltre 15 mila prodotti contraffatti e vinto 10 cause penali - commenta Ferruccio Ferragamo, Presidente del gruppo. - Per quanto riguarda il 2014, proseguiremo la nostra lotta alla contraffazione con grande impegno e determinazione, intensificando i nostri controlli e rafforzando le nostre azioni anche presso le Dogane”.

Chanel sfilerà a Dubai



Chanel organizzerà a maggio 2014 il suo prossimo défilé cruise a Dubai, e più precisamente al Dubai Design District. “La Maison Chanel è molto lieta di presentare la sua cruise collection 2014/2015 a Dubai”, ha dichiarato Bruno Pavlovsky, presidente delle attività moda di Chanel. “Oltre ad essere un polo d'attrazione per l’industria della moda nel Medio Oriente, Dubai è stata scelta perché ispira i viaggi ed evoca il vero spirito delle crociere".


E' la prima volta che Chanel organizza un défilé in Medio Oriente (Immagine: Dubai Design District)


"La sfilata che organizzeremo il prossimo 13 maggio, alla presenza di Karl Lagerfeld, sarà un evento unico, che farà aumentare le fantasie e le suggestioni attorno al nostro brand", prosegue Bruno Pavlovsky.

I direttori del Dubai Design District, un centro dedicato al lusso e al design inaugurato nel 2013 nel centro dell'Emirato, sono stati felici di questa scelta che pone Dubai "in linea con le mete turistiche di primissimo piano scelte in precedenza da Chanel, come Parigi, Cap d'Antibes, Saint-Tropez o Singapore".

Florent Gilles (Versione italiana di Gianluca Bolelli)


13 febbraio 2014

Confartigianato: creatività e ingegno Made in Italy non si arrendono



La creatività e l'ingegno Made in Italy non si arrendono alla crisi. Pur tra mille difficoltà, secondo Confartigianato, c'è un piccolo esercito di 332.488 imprese artigiane che, negli ultimi 4 anni, ha fatto registrare un trend positivo, con una crescita media del 7,1% del numero delle aziende, pari a 22.076 nuove imprese.

Il Made in Italy non si arrende alla crisi



La classifica delle attività anti-crisi è stata stilata dall'Ufficio studi Confartigianato, che ha rilevato i settori nei quali, da settembre 2009 a settembre 2013, si è registrata la maggiore crescita di aziende artigiane.

Tutela dell'ambiente, manutenzione degli impianti industriali, alimentazione guidano la classifica dei settori con il maggior sviluppo imprenditoriale in cui, dal 2009 al 2013, si è registrato un boom di 22.076 aziende artigiane, con un tasso di crescita del 7,1%.

A soffrire, invece, sono l'edilizia, l'autotrasporto e le produzioni metalliche, finiti nelle ultime posizioni di un drappello di settori che, negli ultimi 4 anni, hanno perso complessivamente 84.885 imprese artigiane, con una diminuzione del 7,6%. Nel dettaglio, secondo la rilevazione di Confartigianato, tra il 2009 e il 2013, il record del dinamismo imprenditoriale appartiene alle aziende 'green' che si occupano di manutenzione di aree verdi, pulizia di edifici e cura del paesaggio e che hanno segnato il maggior aumento: 7.379 in più, con un tasso di sviluppo del 23,1%.

Al secondo posto sul podio dei settori più vitali, c'è la riparazione e installazione di impianti industriali: negli ultimi 4 anni il settore ha guadagnato 5.074 aziende, con una crescita del 36,2%. Medaglia di bronzo per l'alimentazione. Nonostante la crisi, alla qualità del cibo artigiano non si rinuncia e, così, le attività alimentari, con 485 imprese in più (1,2%), e i servizi di ristorazione, con 4.079 imprese in più (+8,9%), possono contare su un aumento di 4.564 imprese tra il 2009 e il 2013.

E' crisi profonda all'altro capo della classifica: peggior risultato per l'edilizia che, tra il 2009 e il 2013, ha perso 17.209 imprese (-12,7%) nel settore della costruzione edifici e altre 16.445 imprese (-3,7%) nel settore dei lavori specializzati di costruzione, con una diminuzione complessiva di 33.654 imprese colpite dalla diminuzione delle compravendite, dai ritardi di pagamento, dal rialzo dei tassi di interesse. La recessione ha lasciato segni profondi anche sull'autotrasporto, con 11.303 imprese in meno (-10,9%). Un trend negativo sul quale hanno pesato il calo dei consumi, il rincaro dei prezzi del carburante, la concorrenza dei vettori stranieri.

Al terzo posto tra i settori che hanno perso il maggior numero di aziende, la fabbricazione di prodotti in metalli: sono 'scomparse' 8.602 aziende, con una variazione negativa del 10,8%, messe fuori mercato dalla concorrenza internazionale e dalla volatilità dei prezzi dei metalli. "I nostri dati - spiega il presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti - mostrano i pesanti effetti della crisi su molti settori artigiani, aggravati da misure penalizzanti. Gli imprenditori non vogliono piegarsi al pessimismo e si sforzano di innovare, investire in nuovi settori e intercettare le nuove tendenze del mercato. Ma chi guida il Paese ha il dovere di sostenerli, evitando di aggiungere all’impatto della crisi, gli effetti di provvedimenti penalizzanti".


12 febbraio 2014

Le donne eleganti di Erwin Blumenfeld


La Galleria Carla Sozzani, a Milano, ospita la mostra "Blumenfeld Studio – New York 1941-1960", dal 15 febbraio al 30 marzo. Erwin Blumenfeld è tra le figure più influenti e innovative della fotografia del ventesimo secolo. Un artista con una percezione dell’arte, della moda, della pubblicità unica nel suo genere, caratterizzata da una continua sperimentazione.

Erwin Blumenfeld, "A shake in young fashion", "Vogue US" - Foto: Ansa


L'esposizione si concentra sui lavori che realizza nel suo studio di Central Park a New York durante la Seconda Guerra Mondiale e i successivi anni del boom economico. Dalla fotografia di moda alle campagne pubblicitarie, dai ritratti di personalità, ai manifesti della propaganda, fino ai lavori sperimentali che oggi sono stati riconosciuti come significativi e determinanti per lo sviluppo della fotografia contemporanea.


Erwin Blumenfeld, Evelyn Tripp, "Vogue US", 1949 - Foto: Ansa


La sua collaborazione con "Vogue" e con l’allora direttore Alexander Liberman, durata 15 anni, segna il culmine della sua carriera in America. Realizza oltre cinquanta copertine per "Vogue US", tra cui i ritratti di modelle famose e donne dell'alta società del tempo, Babe Paley, Dovima, Jean Patchett e Carmen Dell'Orefice.


Il Met celebra il couturier Charles James


Il Metropolitan Museum celebra Charles James. Dopo oltre 35 anni dalla sua morte uno dei talenti creativi della moda ottiene il dovuto riconoscimento con una mostra che inaugura anche l'ala rimodernata del Costume Institute. 'Charles James: Beyond Fashion' aprirà al pubblico il prossimo 8 maggio e esplorerà il processo creativo di colui che e' considerato il primo, se non il più grande, couturier americano.




Nato in Inghilterra nel 1906 James iniziò la sua carriera come cappellaio a Chicago, la città natale della madre, dove letteralmente scolpiva le sue creazioni sulle teste dei suoi clienti. Comincia a modellarsi cosi quello stile unico che influenzerà le generazioni future di stilisti con un approccio quasi scientifico-matematico alle sue creazioni.

Proprio come un cappellaio, James considerava il corpo femminile come un'armatura sui cui costruire opere scultoree. Non a caso a lui si devono gli scultorei e innovativi abiti da cerimonia, oltre al vitino da vespa di cui farà poi tesoro Christian Dior. Cosi come sono una sua creatura i vestiti senza spalline che permettevano di esaltare/esplorare il corpo femminile in una maniera mai sperimentata fino ad allora e grazie ai quali le donne hanno scoperto una femminilità che ignoravano e che raggiungeva la sua massima espressione con la vita minuscola, fianchi prorompenti e seno abbondante. Per rendere i suoi abiti ancora più scultorei, James li sosteneva con una struttura in filo di modisteria e tela rigida e anche se arrivavano a pesare persino dieci chili, la sua abilità tecnica consentiva a chi li indossava di muoversi con la stessa grazia di una ballerina.

Agli inizi degli anni '50, la sua creazione 'Clover Leaf Ball Gown' (Abito a quadrifoglio) disegnato per Austine Hearst scatenò le invidie di tutte le donne dell'alta società. La signora Hearst, moglie del magnate dell'editoria, lo indossò in diverse occasioni, tra cui il giuramento da presidente di Dwight Eisenhower il 2 gennaio del 1953. L'abito senza spalline, che James considerò il suo capolavoro, è interamente in bianco con una fascia nera sulla gonna. Il nome deriva dalla forma della gonna che somiglia ad un quadrifoglio senza gambo.

Il Met presenterà 75 delle sue creazioni più esclusive che meglio rappresentano la ricerca quasi ossessiva della perfezione. La mostra sarà disposta in due ambienti, al primo piano del museo con gli abiti da sera creati negli anni '40 e '50 e nella nuova galleria 'Lizzie and Jonathan Tisch' nell'Anna Wintour Costume Center. Qui in particolare la carriera di James prenderà vita con animazioni e filmati che mostrano come il couturier creava i suoi abiti scultura.

Faliero Sarti: due sciarpe per celebrare l'uscita del film "Saving Mr. Banks"



Le trame di Faliero Sarti si fondono con le immagini della tata più amata di tutti i tempi, Mary Poppins. La maison fiorentina celebra così l'uscita di "Saving Mr.Banks", il film ispirato alla vera storia della nascita della pellicola interpretata nel 1964 da Julie Andrews e del difficile rapporto che il leggendario Walt Disney ebbe con l'autrice del racconto, Pamela Lyndon Travers.


Le sciarpe di Faliero Sarti in onore del Disney movie


Una donna ipocondriaca e severa che impiegò circa 20 anni prima di lasciarsi convincere a far diventare la protagonista del suo romanzo un mito intramontabile per intere generazioni.

Le due sciarpe, realizzate in micromodal cashmere, hanno una base color fumo di Londra che evoca le atmosfere del film. In un modello una stampa che raffigura Mary Poppins in volo sopra lo skyline londinese, ricreato attraverso le frasi più famose del film; nell’altro, alcuni degli elementi iconici del film, come la canzone "Supercalifragilistichespiralidoso", lo sciroppo e il cucchiaino di zucchero.

Le sciarpe saranno distribuite nelle boutique Faliero Sarti e in punti vendita selezionati a partire dal 20 febbraio, in concomitanza con l’uscita del film nelle sale italiane.