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08 giugno 2013

Made in Italy: "Per crescere l'Italia deve puntare sull'estero"


Organizzazione, sostegno, credito: sono gli strumenti che può e deve dare l'Italia alle sue imprese che lavorano all'estero. Perché il Pil del'Italia si regge sulle imprese che affrontano il mondo con coraggio e inventiva, dal settore del lusso alle piccole realtà artigianali alla grande industria. 
Il tricolore di Ermanno Scervino - Foto Ansa

Lo ha sottolineato al convegno "Grandi quanto il mondo" Massimo D'Aiuto, amministratore delegato della Simest: "Nel 2012 con il Pil che è sceso del 2,4%, se non ci fossero state le esportazioni ci sarebbe stato un crollo di oltre il 5%".

Il problema è come sostenerle al meglio. Perché le cifre parlano chiaro, ricorda il presidente di Cassa Depositi e Prestiti Franco Bassanini: "In questa situazione di crisi abbiamo questo dato che è almeno questo confortante: l'export italiano fra il 2009 e il 2011 è cresciuto al ritmo del 12 per cento all'anno e le previsioni sono che fra il 2012 e il 2015 cresca del 9% all'anno. Potrebbe andare ancora meglio se riusciremo a dargli un sostegno maggiore".

Tema cruciale è il finanziamento alle imprese, che è delimitato dalla legge ha ricordato Bassanini: "La Cassa sostiene in maniera importante le Pmi attraverso un plafond di 18 miliardi di cui ne sono stati tirati più di 10 per il credito a medio termine per le Pmi, che è molto meno rischioso delle emissioni di bond e che per legge si fa attraverso l'intermediario delle banche. In più noi partecipiamo a dei fondi che invece sostengono le Pmi attraverso l'apporto di capitali di rischio. E' un'attività delimitata dalla legge e finchè la legge non viene cambiata non abbiamo altre possibilità di intervento. So che il governo sta lavorando, e il ministro Zanonato già lo ha detto, per potenziare gli strumenti per il finanziamento delle Pmi e in particolare sul potenziamento e sulla redefinizione sulle regole d'ingaggio del Fondo centrale di Garanzia".

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