Il gigante svedese del prêt-à-porter Hennes & Mauritz ha siglato martedì un accordo per promettere garanzie sociali a 1,6 milioni di operai nelle fabbriche tessili dalle quali si rifornisce.
L'accordo, concepito insieme a due federazioni sindacali, l'internazionale IndustriALL e la svedese IF Metall, concerne 1.900 fabbriche “in Paesi come la Cambogia, il Bangladesh, la Birmania e la Turchia”, hanno indicato i tre firmatari in un comunicato.
L'accordo promuove tra gli altri il diritto di organizzarsi, di potersi rifiutare di lavorare in condizioni pericolose, la contrattazione salariale collettiva, e la lotta contro la discriminazione nei confronti dei rappresentanti sindacali.
L'industria tessile mondiale, concentrata in Asia, viene regolarmente denunciata da organizzazioni non governative come settore poco attento ai diritti umani dei suoi lavoratori, che per quasi due terzi sono donne.
Nel 2013, più di 1.100 persone morirono nel crollo dell'edificio Rana Plaza, palazzo che ospitava alcuni laboratori di confezione a Dacca, la capitale del Bangladesh. H&M aveva sempre assicurato che non si forniva da aziende presenti in questo edificio.
Già nel 2013, il gruppo scandinavo aveva firmato con IndustriALL e alcuni concorrenti occidentali come lo spagnolo Zara (gruppo Inditex), un accordo per migliorare la sicurezza dei siti produttivi in Bangladesh. Nel 2014 aveva anche siglato un accordo con l'Organizzazione Internazionale del Lavoro per promuovere i diritti sociali e sindacali.
Se dichiara di essere esigente con i suoi fornitori riguardo alle condizioni sociali e di lavoro praticate nelle loro fabbriche, H&M riconosce di non essere in grado di scovare ogni abuso. “Riuscire a far sì che il 100% delle nostre esigenze sia esaudito da parte di tutti i nostri fornitori è una sfida importante da raccogliere e vincere”, scriveva il brand svedese nel suo ultimo rapporto annuo sulle questioni dello sviluppo sostenibile.
“Si tratta di un argomento complesso. Molte delle nazioni in cui H&M è presente hanno poca esperienza nel buon dialogo tra le parti sociali”, ha commentato il gruppo martedì scorso.
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