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30 settembre 2015

Madonnina Revenge

 
Madonnina Revenge

Milano ritrova la ribalta internazionale. Non è solo merito del richiamo di Expo. Ma anche delle riqualificazioni immobiliari. E del rinnovato impegno della moda.
 
na Galleria Vittorio Emanuele tornata agli antichi splendori. Una Darsena rinata. Porta Nuova, le Torri Garibaldi e Citylife. La Fondazione Prada e l’Armani Silos. Milano è davvero cambiata negli ultimi anni, e non è solo merito di Expo. Certo, l’Esposizione Universale ha dato la spinta decisiva all’amministrazione comunale che ha accelerato la chiusura di progetti legati in particolare alla viabilità. L’obiettivo degli interventi voluti da Palazzo Marino era duplice: essere preparati ad accogliere un maggiore flusso di turisti e migliorare la propria immagine. Soprattutto, in vista del dopo-Expo. Sono però i progetti immobiliari come appunto Porta Nuova e Citylife, con la rivoluzione del quartiere dell’ex Fiera Milano, ad aver attirato l’attenzione degli investitori e a ridare fiducia sulla ripresa di Milano. Basti pensare al fondo sovrano del Qatar, che ha acquisito l’intero quartiere di Porta Nuova sviluppato da Hines Italia, o a Blackstone, che si è aggiudicato l’ex Palazzo delle Poste di piazza Cordusio. O ancora ai cinesi di Fosun, che si sono aggiudicati l’ex sede Unicredit, sempre in piazza Cordusio. È insomma grazie alla sua vitalità che la Milano di oggi è diventata meta sempre più ambita per tanti stranieri. Meta di business e meta di shopping di lusso: un turismo di alto livello che compra soprattutto nel Quadrilatero della moda e in via della Spiga, mentre la terza location in ordine di volumi è oggi l’aeroporto di Malpensa. A confermarlo è stato il rapporto che Pambianco Strategie di Impresa ha elaborato per conto di Sea lo scorso aprile. Milano ne emerge come la città con lo scontrino medio più alto rispetto a tutte le altri capitali del mondo, cioè 1.400 euro a persona. Il maggior numero di visitatori arriva dalla Russia, che pure è un mercato difficile dal punto di vista economico-politico. Dietro ai russi sono gli statunitensi a essere i più affezionati a Milano e poi, in misura pressoché uguale, i cinesi e i francesi. Un turismo importante non solo per le alte disponibilità finanziarie, ma anche perché slegato da interessi culturali e, dunque, non “one spot” bensì reiterato. La percezione nei confronti del capoluogo lombardo è quella di una città che ha saputo accogliere questi turisti dello shopping ed evolversi a misura di turista. Perché questo cammino diventi un’abitudine acquisita, però, è necessario che tutti gli attori coinvolti facciano la propria parte. L’appello di Carlo Capasa è diventato l’emblema di questo nuovo corso: il nuovo presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana ha fatto dell’accoglienza uno dei punti fondamentali del proprio mandato. In quest’ottica, il primo treno della moda che, lo scorso giugno, ha accompagnato buyer e giornalisti da Firenze a Milano, dal Pitti alla fashion week, assume un’importanza fondamentale: non è stato solo un modo per fare sistema, ma anche una “coccola” dedicata a tutti gli operatori.
 
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Alcune immagini simbolo della “rinascita” di Milano,
 in un ideale percorso fra il nuovo e l’antico.
 
 
LA MILANO DEGLI ALTRI

 La rinnovata immagine della città ha colpito nel segno oltre frontiera. Non è un caso che Tiffany abbia dedicato un charm e un bracciale della famosa collezione Return To Tiffany proprio a Milano, il primo dopo quello dedicato a New York. La capsule collection sarà in vendita solo nel capoluogo lombardo ed esorta i clienti proprio a “tornare a Milano”. Della rinascita di Milano si è accorta anche la stampa internazionale. Il New York Times è stato il primo, con il suo famoso articolo sulle top 50 destinazioni del turismo per il 2015: Milano è al primo posto. Poi è arrivato The Business of Fashion, con un pezzo dedicato alla nuova Milano, rifiorita e splendente soprattutto dopo l’inaugurazione della sede della Fondazione Prada con cui fa il paio l’Armani Silos, al quale il New York Times ha dedicato un articolo lo scorso agosto. Due strutture che hanno colpito i media mondiali anche perché sorgono in aree completamente riqualificate: la Fondazione Prada è sorta dalle ceneri di una ex distilleria, l’Armani Silos da quelle della Nestlé. Ancora a fine agosto, un altro bel colpo per il capoluogo lombardo: il reportage del Financial Times sul “rinascimento milanese”. Una lunga passeggiata nella nuova Milano, non più grigia bensì piena di luci e stimoli. Come se non bastasse, si è poi aggiunto il degrado di Roma, finito sulle prime pagine dei giornali più importanti del mondo: dal New York Times a Le Monde e a El Pais. Qualcuno non si è lasciato scappare l’occasione di mettere nero su bianco il confronto fra Roma e Milano – come La Repubblica: da una parte la capitale, dove i movimenti dei passanti sono scanditi da sacchi della spazzatura e muri imbrattati, dall’altra il Salotto di Milano, con una ragazza ben vestita in primo piano e la Galleria Vittorio Emanuele alle spalle. C’è infine un’altra tendenza da non sottovalutare, anch’essa segnale di come Milano piaccia sempre di più agli stranieri. È in crescita il numero di stranieri che eleggono il capoluogo lombardo a propria residenza elettiva, cinesi in testa. Persone benestanti ma non miliardarie, con un budget fra i 300 e i 350 mila euro, come ha già sottolineato il presidente dell’Ance (l’associazione nazionale dei costruttori edili) Claudio De Albertis. Un fatto che non è più tendenza, ma un vero e proprio mercato in costante aumento. Basti pensare a quella “cittadella cinese” che dovrebbe sorgere proprio a Milano: un complesso residenziale di lusso destinato a imprenditori e manager di Oltre muraglia.

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