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21 gennaio 2014

Il lusso perde slancio in Cina, i super-ricchi emigrano



I milionari cinesi sicuramente ridurranno ancora i loro acquisti di prodotti di lusso quest'anno, confermando una tendenza in atto che sta complicando la situazione per marchi come Louis Vuitton, che avevano fatto della Cina una delle loro priorità.
Louis Vuitton, primavera-estate 2014

Le spese globali dei cinesi più fortunati sono diminuite del 15% nel 2013, loro terzo anno consecutivo di calo, secondo uno studio di Hurun Report. Anche gli acquisti di regali sono diminuiti di un quarto.

Questo calo si spiega, fra le altre ragioni, per la campagna lanciata dalle autorità contro la corruzione e i regali appariscenti e ostentatori, ma anche per il gusto sempre più marcato dei cinesi per il turismo (e lo shopping) all'estero, che permette loro di bypassare le tasse interne sui prodotti di lusso, che possono raggiungere il 40%.

Sulla popolazione dei milionari cinesi, il 64% sono emigrati o prevedono di farlo, contro il 60% del 2012, conseguenza soprattutto del fatto che un terzo dei maggiori patrimoni della Cina ha già lasciato il Paese, precisa l'Hurun Report.

La maggior parte di questi ricchi cinesi sono emigrati o pensano di emigrare allo scopo di offrire ai loro bambini migliori opportunità in termini di educazione, spiega lo studio condotto da Hurun Report, un magazine specializzato conosciuto per la sua classifica delle maggiori ricchezze della Cina.

"Per quanto riguarda il lusso tradizionale (pelletteria, accessori, orologi) quest'anno sarà stabile, o al massimo in leggero calo", ha dichiarato all'agenzia Reuters il fondatore della rivista, Rupert Hoogewerf. "Per prodotti di lusso come il tè, la salute e anche l'educazione, prevediamo ancora un boom di mercato".

La campagna lanciata nel 2012 da Pechino contro le spese ostentate s'iscrive più ampiamente nella lotta anti-corruzione di cui il presidente Xi Jinping ha fatto una delle sue priorità.

L'iniziativa mira in particolare ai regali offerti ai funzionari in cambio di un trattamento di favore o dell'aggiudicazione di appalti pubblici.

Ormai, spiega Rupert Hoogewerf, molti ricchi cinesi comprano dei prodotti di lusso per se stessi, ma ne comprano di più per offrirli.

Marchi come Hermès, Louis Vuitton, Apple e Gucci (gruppo Kering) restano tra i più ricercati per l'acquisto di regali, precisa lo studio di Hurun Report.

Ma Bulgari (un altro marchio di LVMH), Salvatore Ferragamo, Tiffany e il brand di baijiu (un'acquavite molto popolare come dono ai dirigenti del partito comunista) Kweichow Moutai hanno perso popolarità.

Per i marchi di lusso, questo cambiamento nei comportamenti si aggiunge all'impatto del rallentamento della crescita cinese e alla crescita degli acquisti su Internet, che permette ai clienti di cercare il prezzo migliore.

Nel 2013, più dei due terzi delle spese nel settore del lusso effettuate dai cittadini della Cina Continentale sono stati realizzati fuori dal Paese, un fattore che ha permesso agli Stati Uniti di togliere alla Cina il titolo di mercato del lusso più dinamico del mondo, secondo uno studio di Bain & Co pubblicato il mese scorso.

Sebbene intendano stabilirsi prioritariamente negli Stati Uniti, in Europa o in Canada, sono molto pochi i cinesi che vogliono abbandonare la nazionalità cinese. Forse perché continuano ad essere fiduciosi in una prossima evoluzione del loro Paese: fra i milionari, mostra il sondaggio, la fiducia nell'economia del Paese è aumentata nel 2013 per la prima volta in cinque anni.

Il sondaggio è stato condotto fra 393 milionari cinesi che dispongono di un patrimonio di almeno 10 milioni di yuan (1,21 milioni di euro) e 41 "super-ricchi", che dispongono di un patrimonio di oltre 100 milioni di yuan.

Versione italiana di Gianluca Bolelli; fonte: Reuters

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