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24 gennaio 2014

Paris Haute Couture: Valentino da fiaba, donne intense ma felici



Da Valentino ci promettono la favola: Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli in genere mantengono le promesse. Dunque Parigi si prepara a chiudere, la sua rassegna di haute couture con una indimenticabile sfilata italiana. E un po' di orgoglio è inevitabile. Le premesse ci sono tutte.
Valentino, collezione Haute Couture P/E 2014

La collezione è un sogno, tra opere liriche e capolavori della pittura. Già la passerella è un viaggio onirico nelle più drammatiche e intense storie di donne. Costruita in collaborazione con il Teatro dell'Opera di Roma, mette insieme scenografie ed elementi nuovi: il risultato è un'inedita opera lirica che racconta passato e presente. Ma non c'è niente di tragico nel segno estetico della collezione, anzi. "La pittura e la lirica sono piene di donne con passioni forti e grandi dolori, donne che alla fine quasi sempre muoiono. Questo accade ancora oggi, ed è terribile. Vorremmo cambiare sempre il finale delle vicende appassionate, farle vivere felici" dice Maria Grazia spiegando il suo universo femminile in un mondo fantastico, quello dell'alta moda Valentino.

In passerella 55 uscite, ognuna una storia. Dalla prima, quella di Violetta della Traviata, in un lungo tutù bianco ricamato con la partitura del più famoso brindisi verdiano. Fino all'ultima, la Lakmè nella foresta, dell'opera francese di Leo Delibes, nel tulle grigio animato da un bestiario esotico di applicazioni in raso cuoio multicolore. L'invenzione procede di pari passo con l'arte impareggiabile dell'atelier.

Il grande abito Adamo ed Eva (dal dipinto Il giardino dell'Eden di Lucas Cranach) ricamato con fili di 50 colori e realizzato con 2200 ore di lavorazione, non si finirebbe mai di guardarlo e si vorrebbe lasciarlo in passerella come un quadro. Ma è forse negli "abiti del coro", di semplicità monacale, in grigio, tortora, verde e tabacco, che i due stilisti sottolineano ancora di più la loro personale passione per la perfezione, l'orgoglio di lavorare con un atelier dove "si fanno cose che non è da tutti riuscire a fare!".

Tra queste cose meravigliose, c'è il vestito di seta fluida, il materiale più difficile da lavorare, tutto ricamato con applicazioni di giaguari e leoni in pesante seta charmeuse: una sfida di equilibrismo tecnico che rasenta la magia!

L'immaginifica passerella non ci priva di nulla: uno stormo di farfalle di piume è pronto a posarsi sulla cappa, il serpente tentatore (dall'Orfeo di Monteverdi) offrirà la mela su un tutù marrone incompiuto. Sì anche questo è un tocco magistrale per rendere il senso struggente della fiaba: fermarsi un attimo prima della fine, quando l'orlo non è fatto e le simmetrie non sono perfette. C'è una presenza arcaica e c'è anche qualcosa di naif nella visione fatata della natura, dove trionfa comunque sempre la figura femminile, tra una massa di elefanti in cachemire double, tra scimmie di piume e gorilla con il loro cucciolo, tra leopardi e giraffe maculate. Ma le macchie dell'alta moda Valentino sono anche quelle della seta cruda sfrangiata e annodata a mano per il grande abito oversize a spalle nude, un semplice capolavoro.

"Basta con questa idea che la bellezza femminile, per essere esaltata, debba vestire sempre abiti aderenti sulle forme" dicono i due creativi. Siamo d'accordo, e allora, in questo alternarsi di abiti lavoratissimi e completi semplicissimi, vogliamo concludere con la Bohème di Puccini, ovvero con Mimì in un mantello di cachemire blu e un abito in seta che è come un "povero" poncho, pezzo unico cucito nei punti giusti, per un risultato magistrale.

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