Powered By Blogger

31 gennaio 2014

Lusso: nel 2020 la spesa toccherà 880 miliardi



La spesa per il lusso toccherà gli 880 miliardi di euro nel 2020 e sarà alimentata da 440 milioni di clienti. Oggi, invece, siamo a quota 730 miliardi a fronte di 380 milioni di consumatori. Numeri che sono emersi martedì, a Milano, nel corso del convegno targato Altagamma "Consumer and Retail Insight". Nel corso dell'incontro organizzato dall'associazione che riunisce il gotha del lusso sono stati tracciati identikit molto precisi delle categorie di clienti e, soprattutto, sono state tracciate linee guida fondamentali per le imprese e le griffe impegnate nella costruzione di una strategia retail.

Nel dettaglio, la ricerca True Luxury Global Consumer Insight, condotta per la prima volta con Bcg su un panel di 40mila intervistati in oltre 20 Paesi si focalizza sul consumatore di alta gamma. L’Altagamma Retail Evolution, invece, realizzato insieme a Exane Bnp Paribas, analizza l’evoluzione e le prospettive delle strategie retail delle imprese.

"Nella piramide dei consumatori ci siamo focalizzati sulla punta. I consumatori che sono in cima alla piramide definiscono i modelli di comportamento", ha detto Armando Branchini, vice presidente, Fondazione Altagamma.


Il nuovo consumatore è molto sensibile al passaparola e ai social media e immerso nel mondo digitale

Il nuovo consumatore globale al centro dell’indagine Bcg si rivela più vicino ai valori intrinseci e attento alla provenienza dei prodotti. Un consumatore globe trotter, che ricerca l'esperienza d'acquisto anche al di fuori del proprio paese. Molto sensibile al passaparola e ai social media e immerso nel mondo digitale di cui fruisce in maniera massiccia sia per ricercare informazioni e comparare prezzi, sia per stabilire un punto di contatto e scambio con i brand; il punto vendita rimane centrale, con caratteristiche diverse in base a età e paese. L'azienda non solo deve tenere conto di queste differenze, inclinazioni e caratteristiche ma deve formulare un'offerta di prodotto ad hoc e tarare la comunicazione online e offline, la strategia di marketing e il piano retail in modo che sia in sintonia perfetta con i singoli target. Lo studio prende in considerazione circa 380 milioni di consumatori, focalizzandosi su una élite di 32 milioni di consumatori "core" del lusso, con spesa media annua di 30mila euro, evidenziandone la multiformità nei comportamenti di acquisto e nelle modalità di ricerca e di condivisione delle tendenze. Dallo studio emergono 7 trend generali che avranno un impatto significativo sul settore a livello globale nella prossima decade. Si tratta di trend interessano la maggioranza della popolazione dei consumatori "core" del lusso e non soltanto alcuni segmenti e la loro comprensione risulta quindi imprescindibile per le aziende Tra le leve da utilizzare per assicurarsi successo ci sarà l'evoluzione del concetto di negozio monomarca verso una customizzazione per paese e generazione, un focus su qualità ed esclusività per garantire la difesa e lo sviluppo del brand a livello globale.
Il canale digitale, inoltre, sarà controparte del canale fisico in un'ottica sempre più integrata e un approccio realmente omni-channel, mentre il "made In Italy" sarà un asset fondamentale su cui costruire per le sviluppo di medio e lungo periodo del brand. "Il "made in" conta molto: l'87 percento dei consumatori si preoccupa molto da dove viene il prodotto", ha detto Antonio Achille, partner e managing director di The Boston Consulting group, aggiungendo che il passaparola influenza molto il comportamento dei consumatori. Guardano alle grandi capitali, inoltre, Achille ha sottolineato che Milano è in calo come hub per i consumatori. "Perdiamo quelli che spendevano 7mila euro e aumentano quelli che spendono 5mila euro".
L’Altagamma Retail Evolution, basata su ricerche empiriche e sull’elaborazione dei dati pubblici di un centinaio di aziende, per un totale di 12.500 punti vendita, ha sottolineato poi l’importanza dello sviluppo retail per la crescita delle imprese.
Nel concreto, la ricerca ha evidenziato che i marchi di alta gamma si sono progressivamente trasformati in retailer e la crescita degli spazi dei negozi ha contribuito per circa il 30 percento alla crescita dei consumi e dei fatturati dei beni di lusso per la persona nel periodo dal 2005 al 2013. Inoltre, nel retail l’imperativo è aumentare la produttività di ogni singolo negozio e la produttività degli spazi retail varia in funzione della categoria di prodotti, della forza del brand e delle dimensioni del negozio. Numeri alla mano, nel 2020 la distribuzione diretta crescerà dal 31 percento al 40 percento del totale, mentre il franchising calerà dal 10 percento al 6 percento, i department store dal 23 al 19 percento, il wholesale resterà al 36 percento.

Milano punta tantissimo sull'Esposizione Universale del 2015



Più che una dimostrazione di forza, è stato un “esercizio di seduzione” quello organizzato martedì mattina a Parigi da Enrico Pazzali, CEO di Fieramilano, e Piero Galli, direttore generale di Expo 2015 (l'esposizione universale che si terrà nel capoluogo lombardo) e, naturalmente, dal consulente strategico francese della fiera, Etienne Cochet. Si è aggiunto anche l'Ambasciatore italiano a Parigi, presenza rivelatrice dell'accelerazione impressa alle iniziative italiane a livello internazionale. 




E' stata organizzata una colazione all'italiana per la stampa da Artcurial sugli Champs Elysées, con due obiettivi evidenti: mostrare come e quanto Milano si stia muovendo (da cui la presentazione di Expo 2015), e spiegare la strategia della Fiera e di uno dei suoi saloni di punta, l'HoMi, ex Macef, che si occupa di tutto ciò che riguarda il mondo della casa.

Milano vede se stessa l'anno prossimo come una sorta di portavoce e testimone di tutta l'Europa davanti agli altri continenti. Per l'Ambasciatore d'Italia, come per il direttore generale dell’Expo, la capitale economica del Belpaese sarà la portatrice dei valori del dinamismo europeo di fronte soprattutto ai Paesi emergenti.

Esempio di questa volontà: Piero Galli ha molto insistito sul fatto che l'Expo milanese del 2015 conterà più di 60 padiglioni, ma che questi erano solo 45 all'ultima Esposizione Universale del 2010 a Shanghai!

L’obiettivo è di attirare a Milano circa 20 milioni di turisti, da 6 a 8 milioni dei quali stranieri. Tra loro, forse un milione di cinesi. A titolo di confronto, l'Italia riceve 40 milioni di turisti ogni anno.

Questo obiettivo milanese frenerà le presenze turistiche in altre città europee, o al contrario l'Expo Universale attirerà veramente persone in tutta Europa con tour organizzati in diverse città del continente?

La questione è ancora più importante se consideriamo che, secondo Piero Galli, un'esposizione globale di questo tipo può rappresentare fino a 4,8 miliardi di euro di giro d'affari per il turismo… Una somma che ovviamente sarà spesa in primo luogo e principalmente in Italia!

Jean-Paul Leroy (Versione italiana di Gianluca Bolelli)

Cotton USA celebra la t-shirt con un libro


Si intitola "I Love T-Shirt: Origine e storia di una maglietta in cotone a forma di T" il volume edito da "Fashion Illustrated" con la collaborazione di Cotton USA, il marchio che identifica capi realizzati in cotone al 95%, di cui almeno il 50% sia cotone americano.

Foto: cottonusa.it



Il libro, presentato alla Biblioteca della Moda di Milano, ripercorre le origini e l'evoluzione della t-shirt, l'intramontabile ed iconico capo a forma di "T" con una storia di stile che dura da oltre un secolo. Dalla moda al cinema, passando per lo sport e l'arte, il viaggio alla scoperta della t-shirt, celebra un mito dalle infinite sfaccettature e molteplici capacità espressive.
"Dopo il libro "Denim, una storia di cotone e di arte" - afferma Flavia Colli Franzone, direttore di "Fashion Illustrated" - Cotton USA e "Fashion Illustrated" tornano a collaborare per la nuova pubblicazione "I Love T-Shirt: Origine e storia di una maglietta in cotone a forma di T". Entrambi i libri sono legati dal fil rouge della materia prima, il cotone, che diventa la fibra d'eccellenza per due capi fra i più amati e indossati nella storia dell'abbigliamento, i jeans e le magliette. Questo nuovo libro - prosegue Flavia Colli - ripercorre le origini e l'evoluzione della t-shirt negli ultimi cento anni, con tutte le implicazioni sociali, mediatiche e di costume che questo capo porta con sé".
Il libro "I Love T-Shirt: Origine e storia di una maglietta in cotone a forma di T" sarà distribuito in esclusiva dalla Libreria della Moda di Milano è sarà disponibile per l'acquisto online sul sito della Libreria della Moda: www.libreriadellamoda.it.

Vintage Selection ha attirato 13.500 visitatori a Firenze



L’edizione n. 23 di Vintage Selection, che si è tenuta a Firenze dal 22 al 26 gennaio 2014, si è conclusa alla Stazione Leopolda con numeri e giudizi che confermano il suo ruolo di riferimento nel mondo del vintage italiano e internazionale. La mostra-mercato per la moda, l’oggettistica e la cultura vintage e remake di qualità, ha fatto registrare nei cinque giorni di apertura al pubblico un totale di oltre 13.500 presenze, a confermare i numeri del gennaio 2013, indica Pitti Immagine in un comunicato, che organizza la manifestazione attraverso la società Stazione Leopolda.


L'edizione n° 23 di Vintage Selection a Firenze



Giudizi molto positivi, sia sulla formula del salone sia sugli eventi e i progetti speciali presentati a questa edizione, che ha avuto come slogan “Play Vintage Selection”, e il tema del “retrogaming” come focus: ovvero la passione per i videogiochi di ieri riscoperti e portati di nuovo in auge da estimatori e fan - i “retrogamers” - per i quali sono un cult da collezionare o da usare accanto alle più recenti evoluzioni tecnologiche.

“Vintage Selection ha confermato come sempre l’elevata qualità dell’offerta e dei contenuti”, afferma Agostino Poletto, amministratore unico di Stazione Leopolda. “È un salone che sempre di più si configura come laboratorio di ricerca per i più importanti fashion designer e uffici stile della moda a livello internazionale, a Firenze in questi giorni per Pitti Filati. È una sinergia che si sta consolidando sempre di più: i nostri espositori (circa 70 tra moda vintage e remake provenienti da tutta Italia, 20 in più rispetto alla scorsa edizione invernale) hanno registrato una presenza importante di operatori internazionali del settore, che hanno fatto acquisti e un’intensa ricerca sui pezzi presentati”, prosegue Poletto.

Grande partecipazione di pubblico ha infatti registrato il programma di eventi, performance e mostre presentati durante il salone. Come il set fotografico 'Lampinposa', che ha eseguito più di 500 ritratti, con un boom di scatti nella giornata di domenica; la nuovissima 'Area Food & Beverage', che ha riscosso un grandissimo apprezzamento da parte degli espositori e del pubblico, che hanno così potuto degustare e acquistare i prodotti di alta qualità proposti; e ancora il 'Corner Barberia', firmato Proraso e Bullfrog-Modern Electric Barber, dove un pubblico numeroso ha usufruito del servizio di rasatura e taglio capelli in stile retrò.

E, last but not least, grandi apprezzamenti anche per la mostra “The Garbage Revolution” dell’artista Rodolfo Lacquaniti, allestita nel Piazzale Gae Aulenti e all’interno dello Spazio Alcatraz. Lacquaniti ha messo in scena più di cento opere, tra sculture e installazioni, basate sul riutilizzo di oggetti di scarto e rifiuti, che assemblati tra di loro attraverso differenti linguaggi comunicativi diventano esempi spettacolari di arte universale.


30 gennaio 2014

Ittierre: il Vicepresidente della Regione Petraroia sollecita i ministri



"Sollecito la verifica di ogni possibile e diversa azione istituzionale nazionale tesa ad orientare la soluzione della vertenza in termini positivi sia per il futuro della filiera tessile molisana, che per il sostegno al reddito dei lavoratori dell'Ittierre".



Lo stabilimento molisano di Ittierre

Così, in una nota inviata ai ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico, Enrico Giovannini e Flavio Zanonato, il vicepresidente della Regione, Michele Petraroia, che torna sulla questione. Sarebbero a rischio oltre 600 posti di lavoro.

Roberto Cavalli: il figlio Daniele Cavalli lascia l'azienda



Cambiamenti in casa Roberto Cavalli. Il figlio dello stilista, Daniele Cavalli, “non è più operativo in azienda”, indica la griffe toscana senza dare ulteriori spiegazioni, confermando la notizia svelata dal magazine "WWD". La notizia arriva dopo l’annuncio, qualche giorno fa, dell’uscita dal gruppo di moda dell’amministratore delegato Gianluca Brozzetti e del direttore operativo Carlo di Biagio.


Roberto, Eva e Daniele Cavalli nel gennaio del 2012 (Foto: Pixelformula)



Daniele Cavalli si occupava della linea di prêt-à-porter maschile di Roberto Cavalli dal 2011. In occasione della scorsa sfilata Uomo di gennaio, per la stagione autunno/inverno 2014-15, il figlio dello stilista aveva già ridato il testimone a Roberto Cavalli, che ha presentato la collezione insieme alla moglie Eva Duringer.




29 gennaio 2014

Il mondo della moda a sostegno della Galleria Borghese



Il mondo della moda, imprenditori e collezionisti diventano "Mecenati" per il futuro di Galleria Borghese, una tra le più belle gallerie d'Europa, con i capolavori di Canova e di Bernini e l'incredibile quadreria che vanta tele di Tiziano, Rubens, Raffaello, Veronese, Caravaggio. 


La Galleria Borghese - Foto: Ansa


Presieduta da Matie Bulgari, l'associazione punta a sostenere il pubblico soprattutto sul fronte della promozione e di studi e pubblicazioni sulle opere della Galleria. E il primo progetto, annunciano, sarà un centro studi internazionale dedicato proprio al genio di Michelangelo Merisi.

L'iniziativa, di cui sono soci fondatori Silvia Venturini Fendi, Miuccia Prada, Jacaranda Caracciolo, Maite Bulgari, il finanziere francese Robert de Balcany, Renata e Andrea Mauro Boccanelli, Pietro Albanese, Anna D'Amelio Carbone, Antonio D'Amato, Marino e Paola Golinelli, Walter Mainetti e il gioielliere Fabio Salini, avrà una presentazione ufficiale nelle sale del museo il 3 febbraio con un'anteprima della mostra dedicata ad Alberto Giacometti, cui seguirà una cena per 300 sostenitori del progetto ispirata, nelle scenografie e nei decori, alle nature morte di Caravaggio.

Un progetto "con più finalità", spiega Matie Bulgari, "dalla promozione e realizzazione di studi e pubblicazioni sulle opere presenti in Galleria, alla loro conservazione con l'utilizzo di avanzate tecnologie di ricerca, dalla formazione con corsi e seminari alle attività didattiche e promozionali, dall'organizzazione di manifestazioni ed incontri di rilevante interesse scientifico e culturale alla raccolta straordinaria di fondi". Progetto del cuore, la realizzazione nella Galleria del primo grande centro studi su Caravaggio. "Una iniziativa - conclude - che porterà la Galleria ad essere strategicamente il punto di riferimento internazionale per tutto quello che concerne il grande artista lombardo".

Lusso: verso una crescita organica focalizzata sul consumatore



Lusso: verso una crescita organica focalizzata sul consumatore

Si affaccia una nuova era per l’alto di gamma. Nella prossima decade, il settore continuerà a crescere, ma in modo diverso rispetto al passato. “La crescita futura del settore del lusso sarà fondamentalmente organica, appoggiandosi sui mercati esistenti e su un consumatore sempre più diverso”, riassume Antonio Achille, Managing Director di Boston Consulting Group (BCG), e autore di uno dei due studi presentati da Altagamma, a Milano, insieme a Exane BNP Paribas, in occasione di un convegno sui consumatori globali e lo sviluppo del retail per l’alto di gamma.


Riusciranno i marchi a captare i nuovi trend dei consumi di lusso? (Vetrina di Moschino)


“Basare la propria strategia con i propri parametri non sarà più possibile per le aziende del lusso, che dovranno adattarsi a seconda delle aree geografiche e delle diverse generazioni a cui si rivolgono. La capacità di gestire e conoscere il consumatore diventerà un imperativo per assicurare la propria crescita”, avverte Antonio Achille. La ricerca, intitolata “True Luxury Global Consumer Insight”, e realizzata su un panel di 40.000 intervistati in oltre 20 Paesi, prende in considerazione un target di circa 380 milioni di consumatori che spendono oggi circa 730 miliardi di euro nel settore lusso, e che diventeranno 440 milioni nel 2020, con una spesa complessiva che raggiungerà gli 880 miliardi.

Quattro i principali mercati da cui verrà la crescita: gli Stati Uniti, che tornano ad essere molto importanti per il settore lusso, seguiti da Cina, Europa e Medio Oriente. Dalla ricerca emergono i profondi cambiamenti che riguardano le modalità dei consumi del lusso, non più trainati dalla tradizionale pubblicità, ma dal passaparola, dai consigli degli amici e dai social media. Il consumatore è ormai immerso nel mondo digitale, che usa in maniera massiccia sia per ricercare informazioni e comparare prezzi che per stabilire un punto di contatto e scambio con i brand.

Il punto vendita rimane centrale, ma deve adattarsi in base a l’età dei clienti e ai Paesi in cui si trova. Ormai, per i consumatori dei mercati emergenti il 50% delle spese di lusso viene effettuato fuori dal proprio Paese. Comprare all’estero è diventato un elemento sempre più importante dell’esperienza del viaggio. Oltre alla convenienza, c’è l’aspettativa di trovare una scelta maggiore. Per essere nella shopping list di questo consumatore globe-trotter bisogna essere un brand visibile presente nei principali hub mondiali, quali Parigi, Londra, New York, Hong Kong e Milano, anche se quest’ultimo è in decrescita. Attenti però a personalizzare il negozio. “Il consumatore decreta la morte del flagship universale. Non vuole certo trovarsi di fronte alla stessa boutique dopo aver fatto 8.000 km”, sottolinea Antonio Achille.


Boutique Louis Vuitton a Tokyo



Per captare i consumi del lusso e soprattutto fidelizzare i clienti, i marchi dovranno sempre più portare attenzione a diversi parametri. Tra questi l’esclusività, che rimane un elemento forte. Secondo la ricerca, circa un 25% dei marchi sono giudicati dal consumatore a rischio perché sul punto di perdere la loro esclusività. Altro elemento significativo, il “Made in Italy”. Questo valore pesa fino all’80% come elemento determinante nell’acquisto di un bene di lusso nei mercati emergenti.

Da seguire con attenzione anche la clientela maschile, che consuma sempre più lusso. I best gentlemen del pianeta sono i coreani, seguiti da russi, inglesi e italiani, mentre i francesi arrivano al settimo posto dopo americani e brasiliani. In futuro sarà sempre più importante capire quali segmenti di consumatori trascineranno le vendite, dalla persona cresciuta nel lusso alla fashionista, passando per il giovane sempre connesso e affamato di novità o al cliente attento all’eco-sostenibilità del prodotto. Mille sfumature da prendere in conto nelle strategie di crescita di ogni singola azienda.


Negozio di Prada a Istanbul


Per quanto riguarda la distribuzione, l’imperativo oggi è aumentare la produttività di ogni singolo negozio, come dimostra lo studio “Altagamma Retail Evolution”. “Poter aprire negozi nel futuro sarà però più difficile, perché gran parte dei mercati sono saturi”, spiega l’autore della ricerca Luca Solca di Exane BNP Paribas.

“Per esempio una delle leve utilizzata fino ad oggi, che consisteva nell'aprire negozi in Cina, non potrà dare gli stessi risultati, perché in termini di numero di negozi la Cina è molto vicina a diventare il primo mercato mondiale del lusso. L’altra tendenza importante è quella di ridurre sempre di più le formule di franchising e di trasformare in concessioni la distribuzione wholesale nei grandi magazzini. Importante è riconoscere che le diverse aree geografiche hanno strutture distributive diverse”, conclude.





28 gennaio 2014

AltaRoma: Kenzo ospite alla mostra su Hans Feurer



AltaRoma: Kenzo ospite alla mostra su Hans Feurer

Lo stilista giapponese Kenzo è sbarcato nella capitale per visitare Hans Feurer|Fashion withouta label, mostra, a cura di Valentina Ciarallo e Maria Chiara Russo, dedicata al grande fotografo svizzero, organizzata nella Pinacoteca del Tesoriere.


Foto:Ansa


La mostra è promossa da Giubilarte Eventi in collaborazione con Enel e Credit Suisse e con il patrocinio e il sostegno dell'Ambasciata di Svizzera in Italia ed è la prima retrospettiva in Italia dedicata al noto fotografo, icona della moda. Le immagini ripercorrono le tappe fondamentali della sua carriera attraverso una selezione di scatti fotografici dalla fine degli anni Sessanta fino agli anni Novanta, scelte appositamente per la mostra romana.

Hans Feurer, nel corso della sua trentennale carriera ha creato un mondo d'immagini autentiche utilizzando la luce naturale e mai il fotoritocco. Da Iman Bowie a Grace Jones, passando per Pat Cleveland e Stéphanie Seymour, le sue muse ispiratrici sono state tra le donne più belle del mondo. La figura femminile di Feurer è forte e combattiva, sensuale e libera, si muove con naturalezza sia nella savana africana che in piena giungla urbana. La luce, protagonista costante del suo lavoro, mette in risalto una bellezza naturale, mantenendo uno stile unico e riconoscibile che privilegia la scelta di spazi all'aria aperta, utilizzando la luce del sole dall'alba al tramonto. Ciascuna immagine di Feurer sembra risuonare per originalità, maestria tecnica e sguardo attento che lo ha sempre spinto a investigare i misteri della natura, della sua amata Africa, così come quelli legati al fascino femminile. Feurer ha realizzato anche campagne pubblicitarie per Kenzo Tagada.

AltaRoma: i capolavori dei grandi couturier in mostra nella sartoria Farani



Gli abiti di Schubert, Dior, Pucci, Galitzine, Balmain, Chanel, sono alcuni dei capolavori dei grandi couturier che assieme ai costumi di scena di importanti film e spettacoli sono stati protagonisti della mostra di AltaRoma.



Uno degli abiti in mostra nella sartoria Farani - Foto: Ansa


A.I. Artisanal Intelligence, "From Costume to Couture" - L'Arte e l'Artigianato nella Sartoria Farani, a cura di Clara Tosi Pamphili e Alessio de Navasques, rimasta aperta fino al 27 gennaio nella sede della storica sartoria.

Il rapporto tra il costume e la moda, le ispirazioni che legano due tra i settori di produzione creativa più importanti del nostro paese, è al centro della mostra che espone abiti autentici assieme ai costumi, il lavoro del couturier e del costumista, come se si specchiassero attraverso le loro creazioni messe a confronto.

La Sartoria Farani possiede un'importante collezione di abiti e ha realizzato da oltre 50 anni i costumi per registi come Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini o Peter Brook. Nota per le sue capacità di sperimentare e di saper realizzare con ogni mezzo i sogni più visionari di registi e costumisti, in questa occasione oltre a esporre il dialogo tra abito e costume di scena, ospita i lavori di giovani artisti, fashion designer e artigiani capaci di realizzare manufatti creativi unici nei materiali e nelle tecniche.

Prima Piero Farani e ora Luigi Piccolo dirigono un laboratorio/fabbrica dove il costume si cuce e si salda, dove i sarti sono in grado di tradurre l'immaginario di registi e costumisti inventando materiali nuovi o utilizzando tecniche artigianali. Tale capacità si deve anche alla collezione di abiti dal 1700 a oggi.

AltaRoma, Reeve e Boselli: "Un ponte Milano-Firenze-Roma"



In prima fila alla sfilata di Sarli Couture, accanto alla presidente di AltaRoma Silvia Venturini Fendi, si è presentato il 25 gennaio, il nuovo direttivo della Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI): assieme al presidente della CNMI Mario Boselli, ecco la bionda signora Jane Reeve, amministratore delegato della Camera Moda nominata dal settembre 2013.
Il nuovo AD della Camera Nazionale della Moda Italiana Jane Reeve e il presidente Mario Boselli

Boselli stesso ha fatto le presentazioni alla stampa: "La signora Reeve viene dalla agenzia pubblicitaria J.Walter Thompson Italia. Il Consiglio Direttivo dell' Associazione l'ha nominata perchè la Camera della moda ha cambiato statuto, acquisendo personalità giuridica. Avevamo quindi bisogno di un amministratore delegato che prima non c'era. Reeve avrà maggiori risorse finanziarie da gestire".

"Sono in giro dal 7 gennaio - ha detto - Prima sono stata a Pitti a Firenze, poi ho seguito Milano ed ora eccomi a Roma". Un segnale positivo quindi la presenza di Reeve, che fa presagire a nuovi sviluppi per le tre città italiane della moda.

Infatti Silvia Venturini Fendi ha sottolineato: "Ci sono progetti comuni fra già in essere fra Roma e Milano. I giovani selezionati dal concorso di AltaRoma e Vogue Italia, Who's on next? vanno a sfilare a Milano. Ricordo Gabriele Colangelo, Stella Jean, e tanti altri stilisti partiti da Roma. San Andres Milano ha presentato la sua nuova collezione qui con AltaRoma. "Lui viene dal nostro Incubatore - ha precisato Boselli - poi comunque bisogna ricordare i rispettivi ruoli: a Milano c'è il prêt a porter, a Firenze i saloni di Pitti, a Roma quel che rimane dell'alta moda, i giovani e l'artigianato, a cui tiene tanto Silvia Venturini Fendi, che ricordo è anche nel consiglio direttivo della Camera della Moda".

G-Star inaugura un nuovo store a Roma



G-Star Raw prosegue l’espansione in Italia. Il marchio olandese specializzato nel denim inaugura, in occasione della manifestazione di Alta Roma, un flagship store nel centro di Roma. Il negozio è situato in Via del Tritone 176-180 e si presenta con il nuovo concept store del marchio, che è stato presentato durante l’ultima edizione di Pitti Uomo a gennaio 2014. 
La vetrina del negozio romano di G-Star Raw

Simile al flagship store di Londra inaugurato alla fine di dicembre 2013, il design sottolinea l'individualità di ogni paio di jeans mettendo in valore il prodotto, spiega l’azienda in un comunicato.

In quest’occasione è stata annunciata una nuova partnership nel mercato italiano con il gruppo di retail management A.R.P. Advanced Retail Project, con cui il brand olandese ha aperto il negozio romano. Il gruppo opera nel settore dell’abbigliamento e del food. È specializzato nel luxury retail, nella distribuzione dei beni di alta gamma, è proprietario inoltre del concept restaurant "Molto" e del marchio Mountain Affair. Il piano di espansione con G-Star prevede l’apertura di altri punti vendita monomarca nelle principali città italiane.

L'interno della boutique G-Star Raw di Roma

"Ad oggi G-Star, grazie ad oltre 500 store in franchising (Asia compresa) sta rafforzando e espandendo la sua presenza a livello mondiale. L'apertura di un flagship store nella città di Roma si inserisce nella nostra strategia di business e sottolinea il nostro posizionamento come luxury denim brand nel mercato mondiale”, commenta Camiel Slaats, Direttore Commerciale di G-Star.

Pitti Filati: buyer in aumento a +6%


Cresce il numero dei compratori arrivati a Firenze per seguire Pitti Filati: 4.000 le presenze di questa edizione, chiusasi il 24 gennaio, con una crescita intorno al 6% rispetto alle 3.700 unità del gennaio 2013.

Foto: pittimmagine.com

In crescita del +12% le presenze di compratori esteri (1.700 unità), con buone performance da Svizzera, Olanda, Turchia, Russia e Corea del Sud, che ha triplicato le presenze.

In testa alla classifica dei compratori internazionali si conferma la Germania, seguita da Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti e Spagna. Piccola ma confortante la crescita anche sul fronte dei compratori italiani.

AltaRoma, Giada Curti e i pantaloni Portofino



La stilista Giada Curti lancia i pantaloni Portofino, in chiusura della terza giornata di AltaRoma AltaModa. "Un'ispirazione arrivata così, per caso, mentre ascoltavo Andrea Bocelli che cantava I Find Love in Portofino. Ho immaginato una sfilata ambientata nella piazzetta di Portofino, con quella luce limpida, quei colori caldi" racconta Giada.
AltaRoma, Giada Curti, collezione P/E 2014 - Foto: Ansa

I pantaloni Portofino sono corti al polpaccio tempestati di ricami e pietre, perfetti per chi vuole un capo passe-partout per le notti d'estate.

24 gennaio 2014

Il 'Doppio gioco' tra moda e fotografia in mostra a Roma



Il 'Doppio gioco' di Giovanni Gastel e Toni Thorimbert: in mostra dal 24 gennaio al 15 marzo, alla Galleria del Cembalo di Roma gli scatti di due grandi interpreti della fotografia italiana contemporanea, diversi tra loro ma uniti da uguale passione e rigore, e che hanno saputo incrociare il linguaggio della moda con le proprie personali ricerche.
Toni Thorimbert, "La citta invisibile #1" - Foto: Ansa

L'esposizione, che si apre in concomitanza con le manifestazioni romane dell'alta moda, propone un dialogo fatto di rimandi e richiami tra le esperienze di due autori che hanno saputo incrociare il linguaggio della moda con suggestioni e personali ricerche in altri territori della fotografia.

Paris Haute Couture: Valentino da fiaba, donne intense ma felici



Da Valentino ci promettono la favola: Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli in genere mantengono le promesse. Dunque Parigi si prepara a chiudere, la sua rassegna di haute couture con una indimenticabile sfilata italiana. E un po' di orgoglio è inevitabile. Le premesse ci sono tutte.
Valentino, collezione Haute Couture P/E 2014

La collezione è un sogno, tra opere liriche e capolavori della pittura. Già la passerella è un viaggio onirico nelle più drammatiche e intense storie di donne. Costruita in collaborazione con il Teatro dell'Opera di Roma, mette insieme scenografie ed elementi nuovi: il risultato è un'inedita opera lirica che racconta passato e presente. Ma non c'è niente di tragico nel segno estetico della collezione, anzi. "La pittura e la lirica sono piene di donne con passioni forti e grandi dolori, donne che alla fine quasi sempre muoiono. Questo accade ancora oggi, ed è terribile. Vorremmo cambiare sempre il finale delle vicende appassionate, farle vivere felici" dice Maria Grazia spiegando il suo universo femminile in un mondo fantastico, quello dell'alta moda Valentino.

In passerella 55 uscite, ognuna una storia. Dalla prima, quella di Violetta della Traviata, in un lungo tutù bianco ricamato con la partitura del più famoso brindisi verdiano. Fino all'ultima, la Lakmè nella foresta, dell'opera francese di Leo Delibes, nel tulle grigio animato da un bestiario esotico di applicazioni in raso cuoio multicolore. L'invenzione procede di pari passo con l'arte impareggiabile dell'atelier.

Il grande abito Adamo ed Eva (dal dipinto Il giardino dell'Eden di Lucas Cranach) ricamato con fili di 50 colori e realizzato con 2200 ore di lavorazione, non si finirebbe mai di guardarlo e si vorrebbe lasciarlo in passerella come un quadro. Ma è forse negli "abiti del coro", di semplicità monacale, in grigio, tortora, verde e tabacco, che i due stilisti sottolineano ancora di più la loro personale passione per la perfezione, l'orgoglio di lavorare con un atelier dove "si fanno cose che non è da tutti riuscire a fare!".

Tra queste cose meravigliose, c'è il vestito di seta fluida, il materiale più difficile da lavorare, tutto ricamato con applicazioni di giaguari e leoni in pesante seta charmeuse: una sfida di equilibrismo tecnico che rasenta la magia!

L'immaginifica passerella non ci priva di nulla: uno stormo di farfalle di piume è pronto a posarsi sulla cappa, il serpente tentatore (dall'Orfeo di Monteverdi) offrirà la mela su un tutù marrone incompiuto. Sì anche questo è un tocco magistrale per rendere il senso struggente della fiaba: fermarsi un attimo prima della fine, quando l'orlo non è fatto e le simmetrie non sono perfette. C'è una presenza arcaica e c'è anche qualcosa di naif nella visione fatata della natura, dove trionfa comunque sempre la figura femminile, tra una massa di elefanti in cachemire double, tra scimmie di piume e gorilla con il loro cucciolo, tra leopardi e giraffe maculate. Ma le macchie dell'alta moda Valentino sono anche quelle della seta cruda sfrangiata e annodata a mano per il grande abito oversize a spalle nude, un semplice capolavoro.

"Basta con questa idea che la bellezza femminile, per essere esaltata, debba vestire sempre abiti aderenti sulle forme" dicono i due creativi. Siamo d'accordo, e allora, in questo alternarsi di abiti lavoratissimi e completi semplicissimi, vogliamo concludere con la Bohème di Puccini, ovvero con Mimì in un mantello di cachemire blu e un abito in seta che è come un "povero" poncho, pezzo unico cucito nei punti giusti, per un risultato magistrale.

Paris Haute Couture: Margiela, cappotti arazzo e top bottoni



Si può fare alta moda moderna con vecchi tappeti pregiati e tagli di stoffa vintage da collezionista? Sì se l'immaginario è quello della Maison Margiela e la linea in passerella si chiama Artisanal. L'appuntamento parigino con la haute couture della griffe del gruppo di Renzo Rosso è una bella sferzata di modernità.
Maison Martin Margiela, collezione Haute Couture, P/E 2014 -Foto: Ansa

Stavolta la passerella è dedicata al collezionismo: immaginatevi una donna eclettica che abbia raccolto tappeti preziosi, arazzi Aubusson, pezze di tessuto disegnate da Frank Lloyd Right, antichi ricami e vecchi lavori in perline, perfino sciarpe di seta dipinte a mano usate come decorazioni in una "casa chiusa". E pensate a come questa stravagante signora potrebbe trasformare tutto questo in straordinaria eleganza.

Bene, il risultato sono cappotti di tappeto con le maniche di seta d'oro, vestiti che avvolgono la figura come un rotolo di papiro a disegni decò, bustini che sembrano tatuaggi su pantaloni maschili perfetti ma in righe di paillette.

E poi tailleur sartoriali in stampe esagerate, abiti t-shirt con applicazioni di stoffe Fortuny, bluse e vestiti di bottoni e di altre cianfrusaglie uscite da vecchi cassetti. Nella messinscena da sfilata, volti mascherati e copricapi a calottina di perline, un po' da Cleopatra hollywoodiana.

Paris Haute Couture: Gaultier, la donna farfalla da Folies Bergère



Le donne colorate sfarfallano ironiche e leggere sulla passerella di Jean Paul Gaultier, ma la collezione non prende il volo. Un po' troppo Folies Bergère questa alta moda di piume di pavone e ali di papillon, un po' tanto Bluebell questa signorina farfalla, più vestita per il Lido che per l'haute couture.
Dita Von Teese in passerella con Jean Paul Gaultier - Foto Ansa

Spalle svolazzanti e bustini a farfalla, revers che diventano ali e maniche che si trasformano in velenose 'mariposa'. Ci sono tutti i lepidotteri che la natura conosca e anche di più. Trasformato in entomologo della moda, Gaultier propone abiti da crisalide e giacche da farfalla rockettara, ma anche vestiti talmente veristi da diventare costumi di carnevale. Come quello indossato dalla procace e non più fresca signora del burlesque Dita von Teese. Alcuni pezzi bellissimi, forse i meno lavorati, spiccano tra mantelli cocoon e centinaia di ali, anche in testa, tanto per sottolineare il tema.

Ci sono le belle camicie da uomo croccanti e con un taglio di manica stravagante, il grande abito in volants a stampe di farfalle rosso fuoco, il tailleur di organza ricamato di filo metallico, seta e cristalli e l'abito di cuoio iridato e cesellato. Il maestro conosce il suo mestiere, ma perché rifare male quello che ha fatto meglio?

Paris Haute Couture: Elie Saab, fiori e fanciulle di classicismo antico


C'è tutta la maestria della vera haute couture sulla passerella di Elie Saab, stilista libanese cinquantenne che da trent'anni - ha esordito giovanissimo - affascina le ricche bellezze del medio oriente ma anche dell'occidente.

Elie Saab, collezione Haute Couture P/E 2014 - Foto: Ansa

A Parigi la sua sfilata è sempre attesa: stavolta un classicismo antico la pervade, come un quadro di sir Lawrence Alma-Tadema. Colori dal bianco al corallo, dal giallo oro all'indaco, complesse lavorazioni tridimensionali e grande manualità per abiti che, tra applicazioni, ricami e cristalli, creano un effetto fiorito ed elegiaco. Le uscite sulla scena sembrano evocare la grandezza di un passato idealizzato dall'eterea grazia di un dipinto ad acquerello.

Elie Saab, collezione Haute Couture P/E 2014 - Foto: Ansa

Linea impero o grandi gonne rigonfie perfino con l'aiuto del "panier", fiori e boccioli degradanti di sfumature. Pannelli e strascico, spalle nude o appena velate dal tulle dove i fiori dell'abito si spandono sull'incarnato di chi l'indossa con attitudine classica.

Paris Haute Couture: Viktor&Rolf, abiti seconda pelle in latex e tatoo



Scompare la differenza tra corpo e abito, tra pelle e vestito, sulla scena della haute couture di Viktor&Rolf, tutta in latex, quasi senza cuciture. La coppia di stilisti olandesi ha cercato di rendere, in chiave surrealista, l'idea di una "femminilità morbida e grintosa".

La coppia di stilisti olandesi Viktor&Rolf

Le silhouette aderenti accarezzano il corpo, abbinate a drappeggi fluidi, nei colori delicati, dell'incarnato e del rosa, interpretati nel materiale che più si avvicina alla pelle umana. I decori, dipinti a mano sul latex, sono come dei tatuaggi che evocano, con l'artificio del trompe l' oeil, i dettagli del vestire, dai drappeggi alle gale, dai corsetti dell'alta moda ai fiocchi.

L'atmosfera della sfilata è eterea, intima, con le ballerine del Dutch National Ballet che camminano sulle punte. La collezione è come una seconda pelle: un tessuto a rete all'interno sostiene la struttura, le cuciture sono nascoste. La semplicità di ogni capo è il risultato di un taglio tecnico importante che crea quasi un miraggio naturale. Nel finale della sfilata, Viktor&Rolf presentano la loro nuova fragranza femminile, Bonbon.