La spesa per il lusso toccherà gli 880 miliardi di euro nel 2020 e sarà alimentata da 440 milioni di clienti. Oggi, invece, siamo a quota 730 miliardi a fronte di 380 milioni di consumatori. Numeri che sono emersi martedì, a Milano, nel corso del convegno targato Altagamma "Consumer and Retail Insight". Nel corso dell'incontro organizzato dall'associazione che riunisce il gotha del lusso sono stati tracciati identikit molto precisi delle categorie di clienti e, soprattutto, sono state tracciate linee guida fondamentali per le imprese e le griffe impegnate nella costruzione di una strategia retail.
Nel dettaglio, la ricerca True Luxury Global Consumer Insight, condotta per la prima volta con Bcg su un panel di 40mila intervistati in oltre 20 Paesi si focalizza sul consumatore di alta gamma. L’Altagamma Retail Evolution, invece, realizzato insieme a Exane Bnp Paribas, analizza l’evoluzione e le prospettive delle strategie retail delle imprese.
"Nella piramide dei consumatori ci siamo focalizzati sulla punta. I consumatori che sono in cima alla piramide definiscono i modelli di comportamento", ha detto Armando Branchini, vice presidente, Fondazione Altagamma.
Il nuovo consumatore è molto sensibile al passaparola e ai social media e immerso nel mondo digitale
Il nuovo consumatore globale al centro dell’indagine Bcg si rivela più vicino ai valori intrinseci e attento alla provenienza dei prodotti. Un consumatore globe trotter, che ricerca l'esperienza d'acquisto anche al di fuori del proprio paese. Molto sensibile al passaparola e ai social media e immerso nel mondo digitale di cui fruisce in maniera massiccia sia per ricercare informazioni e comparare prezzi, sia per stabilire un punto di contatto e scambio con i brand; il punto vendita rimane centrale, con caratteristiche diverse in base a età e paese. L'azienda non solo deve tenere conto di queste differenze, inclinazioni e caratteristiche ma deve formulare un'offerta di prodotto ad hoc e tarare la comunicazione online e offline, la strategia di marketing e il piano retail in modo che sia in sintonia perfetta con i singoli target. Lo studio prende in considerazione circa 380 milioni di consumatori, focalizzandosi su una élite di 32 milioni di consumatori "core" del lusso, con spesa media annua di 30mila euro, evidenziandone la multiformità nei comportamenti di acquisto e nelle modalità di ricerca e di condivisione delle tendenze. Dallo studio emergono 7 trend generali che avranno un impatto significativo sul settore a livello globale nella prossima decade. Si tratta di trend interessano la maggioranza della popolazione dei consumatori "core" del lusso e non soltanto alcuni segmenti e la loro comprensione risulta quindi imprescindibile per le aziende Tra le leve da utilizzare per assicurarsi successo ci sarà l'evoluzione del concetto di negozio monomarca verso una customizzazione per paese e generazione, un focus su qualità ed esclusività per garantire la difesa e lo sviluppo del brand a livello globale.
Il canale digitale, inoltre, sarà controparte del canale fisico in un'ottica sempre più integrata e un approccio realmente omni-channel, mentre il "made In Italy" sarà un asset fondamentale su cui costruire per le sviluppo di medio e lungo periodo del brand. "Il "made in" conta molto: l'87 percento dei consumatori si preoccupa molto da dove viene il prodotto", ha detto Antonio Achille, partner e managing director di The Boston Consulting group, aggiungendo che il passaparola influenza molto il comportamento dei consumatori. Guardano alle grandi capitali, inoltre, Achille ha sottolineato che Milano è in calo come hub per i consumatori. "Perdiamo quelli che spendevano 7mila euro e aumentano quelli che spendono 5mila euro".
L’Altagamma Retail Evolution, basata su ricerche empiriche e sull’elaborazione dei dati pubblici di un centinaio di aziende, per un totale di 12.500 punti vendita, ha sottolineato poi l’importanza dello sviluppo retail per la crescita delle imprese.
Nel concreto, la ricerca ha evidenziato che i marchi di alta gamma si sono progressivamente trasformati in retailer e la crescita degli spazi dei negozi ha contribuito per circa il 30 percento alla crescita dei consumi e dei fatturati dei beni di lusso per la persona nel periodo dal 2005 al 2013. Inoltre, nel retail l’imperativo è aumentare la produttività di ogni singolo negozio e la produttività degli spazi retail varia in funzione della categoria di prodotti, della forza del brand e delle dimensioni del negozio. Numeri alla mano, nel 2020 la distribuzione diretta crescerà dal 31 percento al 40 percento del totale, mentre il franchising calerà dal 10 percento al 6 percento, i department store dal 23 al 19 percento, il wholesale resterà al 36 percento.