Si è chiusa con una entusiasmante sfilata la quattro giorni di alta moda parigina: la passerella di Valentino è stata un bel modo di concludere la piccola preziosa kermesse. Applausi scroscianti per le 55 uscite create da Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli.
La loro alta moda è insieme principesca e austera, ricca eppure con un rigore interno che impedisce qualsiasi caduta nell'eccesso. Modella dopo modella si sviluppano le storie, le opere liriche, i grandi quadri, sulla passerella di flora e fauna costruita con le scenografie del Teatro dell'Opera di Roma. C'è anche Giancarlo Giammetti ad applaudire convinto, ci sono attrici e socialite, belle signore ed esperti di moda, tutti ormai fan della maison.
Una conclusione tanto italiana da accendere i riflettori sulla creatività del nostro paese: Donatella Versace, Marco Zanini per Schiaparelli, Giambattista Valli, Giorgio Armani, il team di Margiela (gruppo di Renzo Rosso) e infine il duo stilistico di Valentino, sono state - in ordine cronologico di sfilata - le presente stilistiche che hanno dominato la rassegna di haute couture. La quale, ormai si può dire, si regge sulla presenza e sulla qualità italiana, quella dei nomi consolidati e dei nuovi talenti. È il caso quindi di smetterla con le inutili polemiche sulla valorizzazione dei nostri designer, come suggerisce sul suo blog anche il direttore di Vogue Italia, Franca Sozzani.
Un altro tema però, non privo di sfumature polemiche, può essere affrontato a partire da questa alta moda che, per molti aspetti, non è sembrata più alta del prêt-à-porter. La moda "in serie industriale" si alza sempre di più, per livello e prezzi, mentre questa haute couture, soprattutto quella di Christian Dior e di Chanel, sembrano voler restare al livello della moda che finisce pur lussuosamente nei negozi. Che senso ha l'alta moda se non è il massimo della creatività, il grande spettacolo del lusso estremo, il sogno irraggiungibile per i più? I giornalisti "anziani", in queste giornate talvolta un po' troppo normali, ricordavano con nostalgia i magnifici spettacoli messi in scena nemmeno troppo tempo fa (fino alla fine degli anni '90 e per alcuni anche negli anni duemila) da Yves Saint Laurent, da Christian Lacroix, John Galliano, Jean Paul Gaultier, ma anche le performance, davvero d'avanguardia, proposte da personaggi come Martin Margiela, che sfilava sotto i ponti offrendo vino caldo.
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