Prada e il classico, punto. Anzi "impunturato" perché è davvero tutta segnata da grosse cuciture a contrasto la nuova collezione: le tasche, i revers, le spalle gli orli, perfino la patta dei pantaloni, nessun dettaglio passa inosservato, però è classico.
Quindi bisogna mettersi d'accordo sul classico, ovvero su quel genere di abiti che conosci a memoria, che credi di aver già indossato ma che magari, invece, non hai nemmeno mai pensato di comprare. Ti confonde le idee il classico, è roba impegnativa, da modaioli veri. Insomma, è un genere per Miuccia Prada la rivisitazione del classico. Ma se è rivisitato non è più classico. Vero, allora usiamo un altro verbo, per esempio aggiornare, e seguiamo il ragionamento della signora Prada.
"La collezione ha tutto quello che mi piace talmente tanto che non faccio mai! E' stato come fare il punto su quello che conta, tanto classico che sembra nuovissimo: il perfetto trench, il perfetto golf, il perfetto jeans, il perfetto tailleur, il perfetto vestito di chiffon (e sì, ci sono anche i vestiti di chiffon pieghettato e i tailleur impunturati, perché ci sono anche 15 ragazze in passerella)".
Esiste quindi un'idea in sé dei vari capi del vestiario moderno, la Giacca, il Cappotto, i Pantaloni? Un po' sì, nel senso che noi crediamo di sapere cosa sia un abito classico, crediamo di averne un'idea netta e precisa ma poi nella realtà è sempre una cosa nuova: "perfino un golfino blu - dice Miuccia - per chi ha la passione della moda è un oggetto sempre diverso, di volta in volta più quadrato più scollato, mai uguale". Alla fine "l'aggiornamento del perfetto capo è in fondo la moda, almeno un certo tipo di moda, quella non urlata". Perché questa sottolineatura, visto che neppure lei si è mai fatta scrupolo di urlare le sue idee, le più stravaganti in fatto di moda? "Forse - risponde - è il momento storico che richiede poche stupidaggini e molta serietà".
E allora, seriamente, incominciamo dall'ambientazione della passerella, come sempre creata dallo studio dell'architetto Rem Koolhas nel grande spazio Prada di via Fogazzaro: stavolta - ed è la prima volta - c'è un grande specchio d'acqua, come una grande cisterna scura con le colonne bianche al centro e la gente intorno, o più semplicemente come una piscina "che in fondo d'estate è anch'essa un classico" scherza Miuccia.
Classico per classico, ecco la sfilata che scorre veloce tra soprabiti blu, giubbotti boxy per lui e per lei, jeans a tubo, tutto sempre impunturato di chiaro, oppure di rosso, ma anche di cristalli che formano quasi delle cuciture sul voile degli abiti femminili. C'è la rivisitazione dell'impermeabile gommato mackintosh in tela gommata o in cuoio, il blazer verde bottiglia, il tailleur con la gonna a trapezio e per lui il trench anni 70. E' un po' quello il periodo di riferimento per le idee di classico di Miuccia Prada che però sfugge a queste catalogazioni, le spiazza, magari anche solo con i sandali in gomma e cuoio che sembrano grandi zampe d'animale sotto il completo sartoriale.
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