Grande soddisfazione per l’86 esima edizione di Pitti Uomo, che ha chiuso i battenti venerdì 20 giugno 2014 a Firenze. “Siamo molto, molto contenti. Abbiamo ottenuto dei risultati più che positivi, oltre le nostre attese. Soprattutto per quel che riguarda i compratori italiani, che segnano un incremento record dell’8%”, si rallegra l’amministratore delegato di Pitti Immagine, Raffaello Napoleone.
Secondo i primi dati di chiusura, il salone di riferimento della moda maschile, che ha presentato in questi 4 giorni le collezioni della primavera/estate 2015, ha totalizzato oltre 30.000 visitatori, oltre 19.000 dei quali sono stati dei compratori, registrando una crescita del 5% rispetto ai 18.100 dello scorso anno, mentre il numero degli espositori è salito da 1.046 a 1.090.
“Un record! Non abbiamo mai raggiunto un numero così elevato di espositori con 1.165 collezioni presentate a Pitti Uomo e Pitti W”, sottolinea il patron della fiera. Il primo giorno è stato particolarmente denso, ma il picco delle presenze è stato registrato mercoledì, il secondo giorno, mentre negli ultimi due giorni i viali della Fortezza da Basso sembravano per paradosso quasi deserti.
“I compratori non si fermano più per tutta la durata del salone. Rimangono solo due giorni, perché tanto sanno che ci vedranno negli altri saloni. Tanti poi non guardano tutto, ma programmano un giro ristretto in alcuni stand precisi. Il Pitti Uomo è il primo grande appuntamento della stagione, serve soprattutto a farsi un’idea”, commenta un espositore.
Questa edizione di Pitti Uomo si è svolta in concomitanza con il programma speciale “Firenze Hometown of Fashion”, celebrazione dei 60 anni dalla nascita del Centro di Firenze per la Moda Italiana, che ha dato sicuramente più visibilità alla fiera. La presenza della stampa è notevolmente aumentata, con oltre 600 giornalisti esteri da una quarantina di nazioni, e più di mille giornalisti italiani, grazie al programma speciale di ospitalità promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico e dall’Agenzia ICE, indica Pitti Immagine nella nota di chiusura.
“Grazie al supporto del governo abbiamo potuto invitare circa 100 compratori rispetto alla trentina delle edizioni passate. Fino a tre anni fa investivamo parecchio in grandi eventi culturali. Con il rallentamento dell’economia abbiamo preferito concentrarci sui compratori”, spiega Raffaello Napoleone. In questa edizione i buyer esteri sono cresciuti, con un +2% del numero di negozi, in arrivo da un sempre maggior numero di Paesi dei 5 continenti. Ma la grande sorpresa arriva dai compratori italiani, con un balzo dell’8% rispetto a giugno 2013.
La classifica delle presenze internazionali conferma in testa il Giappone con circa 800 compratori, seguito da Germania (700), Spagna, Gran Bretagna, Olanda, Francia, Cina, Turchia, Stati Uniti, Svizzera, Belgio, Corea del Sud, Austria e Russia. Accanto a questi, progrediscono i mercati emergenti o di nicchia del Sud-Est asiatico, del Medio Oriente, delle repubbliche asiatiche centrali, dell’Est e del Nord Europa, l’India, il Sudafrica e altri paesi africani, il Brasile, l’Australia, il Canada, il Messico e altri ancora.
“Se si vuole capire le tendenze della stagione, bisogna passare per Firenze. Pitti Uomo è come il “Beaujolais nouveau” della moda. A Firenze si può avere una buona percezione di tutto quello che succede grazie ad una qualità elevata delle proposte italiane e a un’ampia offerta internazionale, senza dimenticare la promozione dei brand e dei designer più giovani e creativi”, conclude Raffaello Napoleone.
Di Dominique Muret
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