Durante le sfilate della fashion week maschile, anche le signore faranno sentire la propria voce. Sabato 21 giugno, alle ore 16, nel pieno del primo giorno della manifestazione in programma fino al 24, verrà infatti innalzato in Via De Amicis 2 a Milano "Wall of dolls", un muro di bambole contro la violenza sulle donne.
L'idea è di Jo Squillo, che ha scelto il simbolo femminile per eccellenza per diffondere il motto "We are not just dolls" ("Non siamo solo delle bambole", ndr.). La conduttrice televisiva, con il sostegno di oltre 20 associazioni onlus, tra cui Intervita e Donne in Rete, ha chiamato a raccolta personaggi dello spettacolo e circa 50 brand chiedendo a ognuno di realizzare la propria bambola, da Alberta Ferretti fino a Stella McCartney.
Oltre a loro, hanno partecipato alcune donne vittime di violenza, come l'avvocato Lucia Annibali e Valentina Pitzalis, entrambe sfigurate dal proprio compagno. Chiunque altro, infine, è invitato a partecipare, portando la propria 'doll'.
Così mentre gli uomini imbellettati calcheranno le passerelle della fashion week maschile, le donne faranno sentire la propria voce fuori dalle stanze della moda.
Jo Squillo, che negli anni Ottanta cantava "Violentami, violentami" nel suo gruppo in rosa, le Kandeggina Gang, una delle prime band tutte al femminile in Italia, oggi conduttrice televisiva esperta di moda, afferma: "In quegli anni interpretavo una canzone punk provocatoria contro la violenza sulle donne - ha raccontato Squillo -. Oggi la mia impressione è che, nonostante il tempo sia passato, non solo poco è cambiato, anzi, si sta verificando una escalation brutale ai livelli del Medioevo".
Nel mondo, infatti, una donna su cinque è stata vittima di violenza fisica e sessuale, mentre in Europa una su tre subisce maltrattamenti. Così, con il patrocinio del Comune di Milano e della Camera Nazionale delle Moda (CNMI), nasce una installazione composta da circa 400 bambole. C'è quella di Giusy Versace, che come la nipote di Gianni e Santo ha due protesti al posto delle gambe, c'è quella in cuoio di Gaia Trussardi, quella fatta all'uncinetto in due settimane di lavoro, quella in stile rock di Jo Squillo e quella avvolta nella copertina di "Nessuno può toglierti il sorriso", il libro di Valentina Petzalis, la donna che è stata arsa per 20 minuto dal marito.
L'appuntamento è fissato per sabato davanti alla parete del Centro Culturale di Via De Amicis. In questa occasione, sono attese anche tante donne famose con le loro bambole, tra cui Arisa, Malika Ayane, Elenoire Casalegno, Vladimir Luxuria, Maria Grazia Cucinotta, Valeria Marini, Giusy Ferreri, Ivana Spagna, Syria e Lucia Annibali, l'avvocato sfigurato dal suo compagno, ma anche chiunque vorrà portare la propria bambola, al grido di "We are not just dolls", il motto che compare anche sulle magliette realizzate per l'occasione dal brand Happiness.
L'iniziativa è stata inserita nel calendario ufficiale di CNMI, che ha aderito al progetto, forte anche della presenza del nuovo amministratore delegato Jane Reeve (anche lei donna), convinta che questo sia il "segno della sensibilizzazione del mondo della moda". L'idea è che il muro rimanga in città "anche per tutta la durata di Expo 2015 - racconta Squillo - con il progetto di tornare ad arricchirlo ancora il 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne".
Entro il 2014, inoltre, il progetto prevede di replicarsi anche all'estero, arrivando in città come Parigi e New York, come ha annunciato Jo Squillo.
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